Scuola e aziende sarde insieme, studenti guidati in un percorso verso la felicità: ecco il progetto Myt
Si è conclusa al T-Hotel di Cagliari la seconda edizione, ultima del 2022, del progetto Myt - Master Your Talent Festival. Una tre giorni di incontri fra studenti delle scuole superiori della Sardegna e 24 aziende sarde. L'obiettivo è dare ai giovani strumenti per esprimere il loro potenziale e accompagnarli in un lungo percorso. Non semplicemente verso un posto di lavoro, ma verso la felicità.
Un progetto per i giovani, l’interconnessione fra scuola e aziende in Sardegna, lunghi momenti di condivisione di idee fra adulti e ragazzi. Ma soprattutto, qualcosa di più: un percorso dentro sé stessi per capire quale strada seguire verso la felicità.
Sono queste le fondamenta del programma di formazione Myt – Master Your Talent Festival, sviluppato nell’area della società di consulenza aziendale Mab & Co. In questo weekend al T-Hotel di Cagliari si è conclusa la seconda edizione della tre giorni, che ha visto l’incontro di circa 300 giovani delle scuole superiori sarde con 24 aziende del territorio.
Dietro, il grande lavoro di professionisti, come Davide Curreli, 35enne docente di scuola secondaria e consulente Myt. Per lui un lungo percorso universitario e di vita, sempre rivolto all’aiuto degli altri. Soprattutto dei ragazzi. “Myt è un progetto volto ad accompagnare i ragazzi in un percorso verso la felicità”, spiega semplicemente, “che può essere lavorativa e professionale, certo, ma anche esistenziale”.
Sono circa 1200 i ragazzi delle scuole superiori sarde, dai licei agli istituti professionali, suddivisi in gruppi da 300, coinvolti nelle quattro edizioni di appuntamenti che arrivano sino ad aprile 2023, fra Cagliari e il nord Sardegna. Dall’altra parte, le 24 aziende, partner del progetto, dei settori più vari, dall’edilizia alla grande distribuzione, sino all’informatica. Tutte legate da un obiettivo comune: guardare agli interessi e alle inclinazioni dei ragazzi, anche al di là degli specifici indirizzi di studio.
Giovani che tante volte, al termine del quinto anno di scuola superiore, possono essere avvolti da un dubbio gigantesco: ora che cosa posso fare della mia vita?. In Myt allora c’è un percorso e una guida che li aiuta a capirlo. “Spesso le aziende sono solite stare ferme e pensare che i giovani debbano andare da loro autonomamente per imparare. Noi invece crediamo che li si debba accompagnare nel percorso di formazione, non aspettare che siano loro a raggiungere da soli l’obiettivo”, spiega Curreli.
In questo secondo e ultimo appuntamento del 2022 la partecipazione dei giovani è stata tanta. Tutti, magari, con uno sguardo a un possibile futuro posto di lavoro nelle aziende del territorio. “Questo, però, è uno step successivo”, spiega Curreli, “che si affronta nell’Academy, che serve proprio ad affrontare meglio gli interessi dei ragazzi, dando ai giovani tutti gli strumenti per sprigionare il loro potenziale. Non si deve guardare semplicemente al posto di lavoro, da cui magari, dopo tempo, il ragazzo potrebbe andare via. Ma un luogo di crescita e formazione, in cui la persona senta di trovarsi nel proprio elemento”.
Un progetto di connessioni tra due mondi, quello del lavoro e quello della scuola. Con gli imprenditori che possono contribuire alla crescita formativa dei giovani. Ma i ragazzi non pensano solamente al futuro, ma scrivono concretamente le mete da raggiungere. Già, perché la parte riservata allo speaking dei professionisti non è esclusiva. I giovani del progetto Myt sono infatti parte attiva e fattiva. “Moltissime ore sono dedicate ai laboratori. Qui gli studenti guardano sé stessi, i loro sogni e gli obiettivi che potrebbero raggiungere. E costruiscono delle mappe da seguire, con gli ostacoli che hanno incontrato o possono incontrare, ma cercando di trovare il cosiddetto ‘genitore responsabile’: ovvero una figura che ti tenga per mano in questo percorso”.
Terzo appuntamento, dunque, a marzo 2023. Ma Davide Curreli, che da professore guarda e parla ai ragazzi con estrema naturalezza, non ha dubbi. “Io sono felice, laddove la felicità significa dare vita a qualcosa, proprio come stiamo facendo”.
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