Sardegna e romanzi, orgoglio e soddisfazione per Daiva: terzo posto nella terra amata da Byron e Shelley

È stata l'unica arrivata dalla Sardegna al mare di Liguria. E per di più la sola madrelingua non italiana. Terzo posto a "Percorsi letterari dal Golfo dei Poeti Shelley e Byron" per Daiva Lapenaite, lituana di origini, ma a Cagliari da 15 anni. Per lei soddisfazione incredibile, con un romanzo in cui sono protagonisti anche l'Isola e il capoluogo. "Per me questo è stato un grandissimo onore".
In valigia quanto serve, a fianco la famiglia, pronta a sostenerla. Poi, un bel viaggio dalla Sardegna al Mar Ligure. Una nuova avventura per chi, per lavoro o passione, dedica buona parte della sua vita a conoscere posti nuovi, un po’ ovunque. Anche con la fantasia.
Daiva Lapenaite, lituana e ormai cagliaritana di adozione, conquista un bel terzo posto al biennale internazione “Percorsi letterari dal Golfo dei Poeti Shelley e Byron”, a Lerici, con il suo romanzo “Senza la Ferrari Rossa”. Unica a rappresentare la Sardegna nella terra di poeti e letterati, che in passato ha fatto innamorare Dante e Petrarca. Soddisfazione immensa, insomma, per chi non è neanche madre lingua italiana.
Una manifestazione letteraria, tra Lerici e La Spezia, giunta alla sua settima edizione, che ha visto la partecipazione di circa mille opere, divise in varie categorie, di scrittori arrivati un po’ da tutta Italia e non solo. Daiva è stata l’unica a rappresentare la Sardegna, nella categoria “romanzi editi”. E nel suo scritto c’è un tema bello e profondo, con l’Isola e Cagliari immancabilmente tra i luoghi presenti.
“Ho fatto domanda di partecipazione a questo concorso nel 2020. Non avevo mai scritto niente di letterario in lingua italiana, è stata la prima volta”, il commento sorridente di Daiva, il viso gioioso racchiuso dai bei capelli biondi, “e ricevere la mail, in cui mi si comunicava di essere tra i venti finalisti, è stata una bella sorpresa”.
Una lunga genesi per il romanzo breve “Senza la Ferrari Rossa”. “Ho iniziato circa nel 2010, anche se tra varie interruzioni non riuscivo a chiudere il lavoro”, racconta Daiva. “Poi mi sono messa un limite di tempo, con disciplina. Mi svegliavo alle 5 e mezza del mattino, in modo tale da ritagliarmi il mio spazio, prima degli impegni familiari, e questo mi permetteva di ammirare ogni giorno l’alba sul mare di Cagliari”. Poi, finalmente, la pubblicazione nel 2017 con la Cinquemarzo. “Ho trovato una casa editrice di Viareggio, che mi piace molto perché è molto attento alla cura dei testi che pubblica. Perché scrivo? Mi piace far divertire il lettore, farlo rilassare e dargli modo di passare bei momenti di lettura. E poi, magari, far sì che rifletta su argomenti importanti”.
Breve saluto in lingua lituana davanti al pubblico ligure, in quella parte di riviera spezzina amata dai poeti Shelley e Byron. Daiva racconta qualcosa sul suo romanzo. “Il protagonista è un ragazzo americano che affronta un percorso, tra vari viaggi, per comprendere che cosa sia la felicità. Mi piace parlare di cose importanti in maniera semplice e piacevole”.
Sardegna e Cagliari presenti nel romanzo breve. “Qui ci sono le scene più belle e romantiche, ma anche quelle più dolorose. La Sardegna e il capoluogo non le nomino mai direttamente, così come gli altri luoghi. Lascio sempre degli indizi e il lettore può coglierli”.
Daiva legge e rilegge il suo romanzo, provando a correggere ciò che pensa si possa modificare. Chissà se in futuro non ne vedremo un’altra edizione. Intanto la sua Ferrari diventa portatrice di un messaggio profondo. Una metafora colta dalla scrittrice dopo una visita al museo Maranello. “Lì, nel salone delle Vittorie, ho visto il servizio di un’intervista a Enzo Ferrari. A una domanda rivoltagli da un giornalista, rispose ‘Qual è la nostra migliore Ferrari? La prossima’. Insomma, ci può essere una Ferrari in ognuno di noi”.

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