Un milione di euro stanziato per riportare il meraviglioso dolmen di Sa Coveccada al suo antico splendore

Nel territorio di Mores, in provincia di Sassari, si trova uno dei dolmen più grandi, meglio conservati e più importanti del mondo.
L’eccezionale monumento megalitico di Sa Coveccada, posto in un contesto di grande bellezza paesaggistica, rappresenta una delle più importanti espressioni della preistoria sarda.
Dopo l’intervento di messa in sicurezza risalente al 2011, il Ministero della Cultura ha stanziato, per la programmazione 2021/2023, un milione di euro per i lavori di completamento del restauro e la sistemazione dell’area, compresa la rimozione della copertura provvisoria.
I lavori, a cura del Segretariato regionale del Ministero della Cultura per la Sardegna e della Soprintendenza ABAP di Sassari e Nuoro, in accordo con il comune di Mores, saranno indirizzati alla conservazione di questa antichissima testimonianza delle civiltà preistoriche che si sono succedute in Sardegna, anche ai fini della fruizione.
Queste le principali fasi di intervento: mappatura del degrado in modo tale da completare il restauro conservativo, realizzazione del sistema di copertura del monumento e valorizzazione dell’area circostante con la creazione di un percorso di visita al Dolmen e al vicino Menhir e, infine, la realizzazione di un’adeguata pannellistica a supporto della fruizione.
IL MONUMENTO E IL SUO STATO DI ABBANDONO NEGLI ULTIMI 10 ANNI
Nel territorio di Mores, in provincia di Sassari, si trova uno dei dolmen più grandi, meglio conservati e più importanti del mondo. Stiamo parlando del dolmen di Sa Coveccada, un vero e proprio capolavoro dell’architettura preistorica mondiale.
Questo dolmen, che ricorda simpaticamente la casa della celebre famiglia Flinstones, è stato realizzato con lastroni di trachite rossa tipici del Meilogu. Ha una superficie di 18 metri quadri e ha una pianta rettangolare di 2,2 x 5 metri. A un’altezza di 2,10 metri è stato collocato, sopra ai tre lastroni perimetrali, una grossa pietra di 18 tonnellate di 6 x 3 metri e 60 cm di spessore.
Di grande rilevanza sono le aperture, in particolare la porticina di 0,5 x o,5 metri, sufficiente al passaggio delle salme (i dolmen sono costruzioni ad uso funerario). Il monumento risale alla Cultura di Ozieri, datata tra il 3.500 e il 2.900 a.C..
Nel 2011 il dolmen è stato restaurato e salvato da un potenziale crollo.
Il sito archeologico, purtroppo, è di difficile accesso e le visite non sono adeguatamente regolamentate. Versa in uno stato di abbandono più volte denunciato da appassionati e addetti ai lavori. Nel 2017 Vistanet documentò la situazione, mentre di poco più di un mese fa l’esposto ai Carabinieri da parte dell’associazione Nurnet.

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