Dai fornelli alla fotografia, l’arte del food photographer sardo Francesco Pruneddu: dolci isolani e inglesi raccontano la storia
Adora cucinarli. Ma soprattutto, fotografarli. Dalla passione per i dolci all'arte della food photography, ricca di soddisfazioni per Francesco Pruneddu. Una su queste è l'ultima pubblicazione "Dolci d'Italia, la storia della pasticceria dal Medioevo al Novecento". E la Sardegna ne è protagonista.
Li cucina e li mangia. Soprattutto, li fotografa. I dolci sono la sua passione. E quando questa diventa un’arte, ecco che in Sardegna fiorisce la food photography, che per l’oristanese Francesco Pruneddu diventa motivo di orgoglio e di tanta soddisfazione. Fresca di ottobre, la pubblicazione del suo “Dolci d’Italia, la storia della pasticceria dal Medioevo al Novecento”, edito da Solferino. Le prelibatezze del Bel Paese presenti in tele del ‘600 e pitture olandesi, raccontate da quadri storici e nozioni. E la nostra Isola ne è protagonista.
Per Francesco una passione per arte e fornelli, frutto di creatività e manualità coltivate sin dalle scuole superiori nella Città di Eleonora. Poi, il trasferimento a Cagliari, per gli studi universitari in Beni Culturali e Storia dell’Arte. Da qui la sua food photography, ovvero la fotografia di cibo e dolci, capace di raccontare tanto in un gioco di luci, ombre e colori. “La passione per i dolci, da prepapare e mangiare, c’è sempre stata. Sono riuscito a far fruttare la mia creatività nella cucina e nell’arte. Fotografare cibi e dolci, soprattutto quelli anglosassoni del XIX secolo, mi dà più soddisfazioni rispetto ai paesaggi”.
Un lavoro a 360 gradi: prima di fotografarli, Francesco prepara personalmente i suoi dolci. E con l’avvento di social e Instagram, poi, lo spettacolo per gli occhi è alla portata di tutti. Tante squisitezze d’oltre Manica che fanno venire a chiunque l’acquolina in bocca. “L’interesse per i dolci anglosassoni è nato tempo fa dalla visione di una serie televisiva. Molti di questi si trovano, ad esempio, in rappresentazioni e tele del ‘600”.
Per Pruneddu, allora, sotto con budini, sformati in forme particolari, fatti in stampi di ceramica; ma anche pasticci in stampo di peltro o la battenberg cake scozzese. Piatti ancora vivi e capaci di dirci tanto sulla storia passata. Ma in cucina passare dall’Inghilterra alla Sardegna è cosa breve. E nel campionario artistico di Francesco non possono mancare i dolci dell’Isola. “Mi piace mangiarli e fotografarli. Si tratta forse di una pasticceria non semplice, con una loro personalità. Nel mio manuale, ad esempio, cito il flan di latte, fra i più antichi, già esistente in epoca romana”. E ancora, “Diciamo che, dal punto di vista storico-artistico, incuriosisce notare l’evoluzione degli ingredienti. Prima infatti la differenza fra dolce e salato è praticamente inesistente, visto che nelle ricette dolciarie c’erano ingredienti come formaggio e pepe, prima dell’arrivo dello zucchero”.
Una ricca gallery fotografica che nel corso del tempo ha dato grandi soddisfazioni a Francesco. Tra queste, il titolo di migliore account Instagram d’Italia, nel 2018, e un altro premio nazionale l’anno dopo. “Questo mi ha dato una certa visibilità e sono state diverse le aziende che mi hanno contattato per propormi lavoro. Poi, quest’anno, la chiamata dal ‘Corriere della Sera’ per un inserto sul menù d’autore. Da qui, il contatto con la casa editrice Solferino e la pubblicazione di Dolci d’Italia nello scorso ottobre. E qui ce ne sono tanti, come pasticci o torte di riso, presenti in opere d’arte da me studiate o soggetti in nature morte capaci di veicolare messaggi”.
Chissà se in futuro Francesco darà spazio, oltre ai dolci, anche a primi piatti o altro. “Metto comunque in gioco altro tipo di cibo, come la pasta fresca che realizzo personalmente. Ma sui social mi piace continuare con quello che mi piace e vorrei che Instagram rimanesse il mio mondo”.
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