Cagliari, maxi tamponamento sull’Asse Mediano: auto distrutte, feriti e traffico in tilt

Diverse le auto coinvolte nello scontro e alcuni feriti, portati Subito in ospedale. Per gli altri automobilisti caos tra deviazioni e rallentamenti.
Un terribile tamponamento a catena si è verificato poco fa sull’Asse Mediano, a Cagliari.
Cinque auto coinvolte nello scontro a catena e alcune persone trasportate in ospedale dalle ambulanze subito giunte sul posto.
Sul posto Vigili del fuoco, operatori del 118, Polizia Municipale e Forze dell’Ordine.
Il traffico è stato deviato e ha subito grossi rallentamenti.
Montesquieu nel suo diario di viaggio descrisse Cagliari come “Una bruttissima città”

Nel suo viaggio in Italia tra il 1728 e il 1729, il celebre filosofo francese Montesquieu non risparmiò critiche alle città che visitò. E se Napoli e Roma subirono le sue osservazioni più taglienti, Cagliari ricevette un giudizio ancora più impietoso: "una bruttissima città". Ma cosa lo portò a esprimere un'opinione così negativa sulla capitale sarda? E perché invece concesse a Sassari almeno il beneficio di un’aria migliore?
Tra il 1728 e il 1729, il filosofo e scrittore francese Charles-Louis de Secondat, barone di Montesquieu, intraprese un lungo viaggio in Italia, lasciandosi alle spalle un diario di viaggio colmo di osservazioni taglienti e spesso impietose sulle città che visitò. Con il suo sguardo ironico e severo, Montesquieu non risparmiò critiche a nessuna delle mete toccate, riservando parole particolarmente dure per Napoli, Roma e persino per Cagliari, definita “una bruttissima città”.
Giunto a Napoli, Montesquieu rimase colpito non tanto dalla bellezza paesaggistica della città, quanto piuttosto dalla sua condizione sociale e politica. Nel suo diario descrisse Napoli come una città caotica e decadente, abitata da un popolo che egli considerava pigro e indolente. I napoletani, a suo dire, vivevano in uno stato di perpetua miseria, reso più tollerabile solo dalla clemenza del clima. Inoltre, il filosofo si scandalizzò per la sporcizia delle strade e per l’atteggiamento fatalista degli abitanti, che sembravano accettare la propria condizione senza volontà di riscatto.
Roma non ricevette un trattamento migliore da parte di Montesquieu. Se da un lato riconobbe la grandezza della città antica e il suo straordinario patrimonio artistico, dall’altro espresse un giudizio feroce sullo stato attuale della capitale papale. Secondo lui, Roma era diventata il simbolo della decadenza, governata da un clero corrotto e immersa in un’atmosfera di immobilismo culturale e politico. Non apprezzò la popolazione locale, che descrisse come bigotta e superstiziosa, né la vita sociale, che gli apparve opprimente e noiosa. Anche i fastosi riti religiosi lo lasciarono indifferente, considerandoli un’ostentazione di potere più che un’espressione di autentica spiritualità.
Durante il suo soggiorno in Sardegna, Montesquieu non fu più clemente nei giudizi. Cagliari, in particolare, fu da lui liquidata senza mezzi termini come “una bruttissima città”, senza alcuna attrattiva degna di nota. La sua impressione sulla Sardegna in generale fu di un’isola arretrata e povera, lontana dal cuore pulsante della civiltà europea. Tuttavia, fece un breve accenno a Sassari, riconoscendo almeno un aspetto positivo: l’aria, secondo lui, era migliore rispetto ad altre parti dell’isola.
Montesquieu viaggiò con l’occhio critico di un intellettuale illuminista, poco incline a lasciarsi affascinare dalle meraviglie artistiche o dai paesaggi suggestivi, e molto più interessato a osservare e giudicare la società, la politica e i costumi dei luoghi visitati. Il suo diario di viaggio è un documento prezioso per comprendere il punto di vista di un europeo del XVIII secolo sull’Italia del tempo, ma è anche una testimonianza della sua intransigenza e del suo atteggiamento spesso sprezzante nei confronti di ciò che non rientrava nei suoi canoni di civiltà e progresso.

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