Sta per scattare l’annosa polemica: meglio Halloween o Is Animas per i nostri pargoli?
Is Animas siamo noi, è il nostro cuore che batte, la nostra tradizione, quindi va ricordata e festeggiata sempre. Ma se i bimbi volessero festeggiare anche con un bello scheletro all'americana sarebbe poi così terribile? Mantenere vive le tradizioni e fare festa ogni volta che è possibile in un’era difficile come la nostra non pare così assurdo. O no?
“Halloween è la festa del Diavolo, i nostri bambini non seguano queste pratiche demoniache.”
È più o meno intorno al 2 ottobre che iniziano a proliferare queste affermazioni nonsense – non me ne voglia il Signor Satana, se invece è proprio una sua creazione – e il mondo si divide, si spacca, si smembra tra chi ama addobbare casa propria con teschi e zucche e chi metterebbe un crocifisso ogni volta che sente nominare la celebre festa americana – il cui nome, prontamente storpiato in Àulin, fa subito pensare al farmaco.
Pochi sanno che comunque il culto dei morti è presente in tutte le culture, sebbene in mille varianti, ed è un modo sano per esorcizzare la paura del trapasso.
In Sardegna la vicinanza con il mondo di chi è diventato ossa si sente con ancor più foga: abbiamo anche noi il nostro Halloween, anche se si chiama Sa notte de Is Animas. Sì, perché esistono due visioni contrapposte dell’Isola. Una è quella dei paesaggi che sono troppo belli persino per le cartoline. E l’altra, be’, è quella che farebbe accapponare la pelle a chiunque, anche a chi qui c’è nato e sente queste tradizioni scorrere come sangue nelle vene.
In un mondo dove la Coga succhia il sangue ai neonati, dove l’Ammuntadore attacca le persone nel sonno, dove esistono Sa Palpaecia, Sa Mama e su sole, Maria Abbranca, processioni lugubri e spettri di donne che lavano i panni dei neonati nei fiumi, potevamo mica farci mancare una notte – un’intera notte, quella che divide il 31 ottobre dal 1° novembre, e i fifoni si fermino qui – dove i defunti possono stare tra noi?
Qualcuno lascia persino la porta di casa sua aperta con un bel banchetto allestito: si sa, nell’altro mondo non si mangia, quindi chissà che fame avranno le anime sfortunate. Anche noi abbiamo il nostro “dolcetto o scherzetto”: i bambini, di casa in casa, chiedono doni per le anime sfortunate, quelle che ancora devono penare prima di raggiungere la luce di Dio. E tra chi dà solo dolci commerciali, resiste ancora chi offre i papassini, che diventano un mucchietto di briciole nel fondo degli zaini Invicta e vanno riassemblati una volta a casa.
E allora, domanda calda: meglio Halloween o Is Animas per i nostri pargoli?
Is Animas siamo noi, è il nostro cuore – tachicardico? – che batte, quindi va ricordata e festeggiata sempre, ma se i bimbi volessero festeggiare anche con un bello scheletro non sarebbe certamente così terribile. Mantenere vive le tradizioni e fare festa ogni volta che è possibile in un’era difficile come la nostra non mi sembra così male, no?
© RIPRODUZIONE RISERVATA