La pizza, un classico della cucina italiana, è forse tra i piatti più amati da grandi e piccini. Mangiare la pizza insieme è un momento di incontro tra amici e parenti. C’è chi non rinuncia ai grandi classici: la regina indiscussa è sicuramente la margherita, prediletta dagli amanti dei sapori semplici, seguono le varianti con verdure, la capricciosa, la quattro stagioni, la quattro formaggi e tutte le intramontabili che non passano mai di moda. Oggi però, i palati alla ricerca di abbinamenti originali sono sempre di più e il gourmet, è entrato anche nel mondo delle pizze, proprio per soddisfare questa esigenza.

Noi siamo andati alla scoperta di una nuova pizzeria, non troppo tradizionale e non troppo gourmet, che offre un vasto menù di oltre 50 pizze tra cui scegliere: dalle classiche alla linea gourmet, dalla selezione di sapori di mare fino a quelli di terra. Ci troviamo da Evò – Pizza, steak e drink a Sinnai, dove la tradizione incontra l’originalità.  Entrando nel locale notiamo un’ampia sala interna, ideale per le cene durante le serate più fredde. Noi, invece, abbiamo scelto di accomodarci nello spazio esterno per goderci l’aria fresca di queste insolite giornate autunnali.

Quando il sole inizia a calare, Evò accoglie i primi clienti che si accomodano nel giardino esterno per trascorrere l’ora dell’aperitivo. Un calice di vino rosso e un abbondante tagliere di terra è  ciò che ci vuole per gustare tutti i sapori della tradizione: salumi e formaggi locali serviti su un letto di pane carasau, da accompagnare con una selezione di confetture, per passare poi a panadine e culurgiones fritti homemade e altri finger food.

Dopo aver visto i culurgiones fatti in casa,  ci è venuta voglia di provare una tra le pizze più richieste, che non a caso porta lo stesso nome del locale: la pizza Evò. La base bianca con Fior di latte, viene accompagnata dal sapore affumicato della ricotta mustia e addolcita dal miele al profumo di salvia e vaniglia. Ma i veri protagonisti di questa pizza sono loro, i culurgiones artigianali con il loro ripieno di patate, pecorino e menta.

Decidiamo di provare anche i sapori del mare con una pizza che si presenta “marina” anche nel nome: la Brezza di Mare. E proprio come per la brezza marina, se volessimo trovare il modo giusto per descrivere ciò che proviamo gustando questa pizza, possiamo dire che è un inno alla dieta mediterranea. I suoi ingredienti spaziano dal gambero marinato agli agrumi alla crema al lime e menta, per concludere con una burrata centrale e spolverata di bottarga.

Per chi invece vuole provare una pizza speciale, consigliamo di provare la “2017”: la pizza che ha portato i sapori della nostra Isola ai Campionati Mondiali della Pizza. Con la sua base bianca condita dal cardo mariano, pianta tipica del bacino mediterraneo, il sapore dolce e il profumo intenso del prosciutto di pecora unito al caprino e al miele, e dalla cremosità della burrata, si è aggiudicata il secondo posto in classifica durante le premiazioni del 2017.

Tra i tavoli c’è anche chi non rinuncia ai grandi classici: ed ecco che tuorli d’uovo, crema di pecorino romano e guanciale di Norcia, pepato e abbrustolito, adagiati sopra una base di pizza bianca, danno vita alla sempre amata carbo-crema e da Sinnai ci si sente subito trasportati a Roma.

Se invece non siete amanti della pizza potete optare per una cena in versione “steakhouse” e scegliere tra quattro diversi tagli di carne proposti: la tagliata di Picanha, il filetto di Angus, la scottona polacca o il classico e sempre amato cavallo. Da accompagnare con un contorno di patatine fritte e magari con una Barley fresca di Maracalagonis. Concludiamo questa esperienza concedendoci una golosità fuori menù: la pizza tiramisù. Per non dimenticarci di essere in Sardegna, la assaporiamo con un bicchierino di mirto artigianale, prodotto a Sinnai.

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.