Lo sapevate? Quale è la comunità straniera più rappresentata a Cagliari?

Sin dall'antichità Cagliari è stata una città molto frequentata da popolazioni straniere (da Est nella tarda età del Bronzo e poi con i Fenici, i Cartaginesi, i Romani, Vandali, Bizantini, Goti e poi Catalani e Spagnoli). I venti, le navigazioni e il porto hanno sempre agevolato questi arrivi esterni. Secondo i dati più recenti (non parliamo naturalmente di migranti ma di persone regolarmente registrate) gli stranieri residenti a Cagliari sono circa novemila. Vediamo nel dettaglio quali sono le comunità più rappresentate.
Lo sapevate? Quale è la comunità straniera più rappresentata a Cagliari?
Sin dall’antichità Cagliari è stata una città molto frequentata da popolazioni straniere (da Est nella tarda età del Bronzo e poi con i Fenici, i Cartaginesi, i Romani, Vandali, Bizantini, Goti e poi Catalani e Spagnoli). I venti, le navigazioni e il porto hanno sempre agevolato questi arrivi esterni. Secondo i dati più recenti (non parliamo naturalmente di migranti ma di persone regolarmente registrate) gli stranieri residenti a Cagliari sono circa novemila. Vediamo nel dettaglio quali sono le comunità più rappresentate.
Gli stranieri residenti a Cagliari al 1° gennaio 2020 sono esattamente 8.796 e rappresentano il 5,8% della popolazione residente.
La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalle Filippine con il 17,2% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dall’Ucraina (10,4%) e dalla Romania (8,4%).
La quarta nazione più rappresentata è il Senegal (8,25% e 726 abitanti), quindi la Cina (7,94% e 698 persone), e il Bangladesh (6,88% e 605 persone).
La migrazione è un fenomeno inarrestabile che riguarda il mondo intero e al quale dovrebbero essere spalancate le porte, un’opportunità di arricchimento che ogni Paese sfrutta ma che pochi accolgono come fenomeno naturale e benefico. Nonostante i grandi numeri, la cultura filippina non è molto conosciuta da noi sardi, benché in comune ci sia tanto, a cominciare dal fatto che in quanto popolazione posseggano un legame molto forte, che sono per la maggior parte cattolici, estremamente sereni e pacifici (i casi di criminalità sono quasi pari a zero), ed estremamente attaccati alla famiglia; quando sono costretti a separarsi per cercare fortuna, combattono sempre per il loro ricongiungimento, per il quale le madri lottano instancabilmente.
Il primo importante flusso migratorio del dopoguerra nell’Isola fu quello del 1946 quando, scampati all’epurazione etnica perpetrata in Dalmazia e nell’Istria, furono sistemati un gruppo di esuli Giuliano-Dalmati. In attuazione di un programma alloggiativo dell’Opera Profughi, a Fertilia, nella Nurra, trovarono sistemazione oltre 600 profughi.
In seguito il flusso fu in maggioranza costituito da lavoratori specializzati, da segnalare anche l’arrivo di famiglie italo-tunisine che si stanziarono nel comune di Castiadas.
Negli ultimi anni sono giunti nuovi immigrati provenienti in particolare dall’Europa centro-orientale, dall’Asia e dall’Africa. Un dato rilevante è quello relativo alle rimesse degli immigrati, cioè il denaro che i lavoratori extracomunitari spediscono dall’Italia ai loro paesi d’origine, che nel 2009 ha visto la Sardegna, fra tutte le regioni italiane, al quarto posto per il valore delle rimesse pro-capite.

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