La procura di Sassari ha aperto un’inchiesta sul decesso della giovanissima amazzone sarda, Martina Berluti, a causa delle ferite riportate in un incidente dovuta alla caduta da cavallo mentre si stava allenando.

La 17enne, atleta dell’Endurance Team del Golfo di Porto Torres, era un talento che recentemente aveva conquistato la medaglia di bronzo agli ultimi Campionati Italiani Young rider a Pisa – San Rossore – nella CEIYJ2 120 km.

La pm Asara ha aperto un fascicolo d’indagine e disposto l’autopsia – come riporta ANSA -, per verificare la dinamica della tragica morte.

Da quanto si apprende l’incidente mortale sarebbe avvenuto mercoledì pomeriggio in uno sterrato nelle campagne di Porto Torres, e la giovane sarebbe stata in compagnia di un’amica, che ha dato immediatamente l’allarme dopo la caduta.

Da sottolineare che i genitori di Martina, deceduta dopo tre giorni all’ospedale di Sassari, hanno deciso di donare gli organi della figlia. Una decisione di grande generosità, presa in un momento di straziante dolore, che salverà altre vite.

Arrivata al rifugio “I Fratelli Minori” di Olbia, Saralina è uno scheletro con il cuore ancora pieno di voglia di vivere. I suoi occhi raccontano una storia fatta di abbandono, fame e silenzio, il silenzio di chi l’ha vista passare per strada e ha scelto di voltarsi dall’altra parte.

«È magra da far paura, sembra disegnata a matita – raccontano le volontarie – chissà da quanto tempo non mangiava. Quando l’abbiamo accolta, ci ha guardate come se non ci credesse. Come se non capisse cosa volesse dire essere finalmente al sicuro».

Le analisi hanno confermato la leishmaniosi e una grave anemia, ma per ora non è necessaria una trasfusione. I volontari si dicono sollevati, ma anche consapevoli che la strada per la ripresa sarà lunga.
«Ha già sofferto troppo. Non dovrebbe pagare lei il prezzo dell’indifferenza umana. Ma è viva, e questo per noi è già una battaglia vinta. Ora tocca a noi fare il resto».

Saralina è l’ennesimo simbolo di una società che anestetizza le emozioni e normalizza la crudeltà dell’abbandono. «L’indifferenza è la malattia peggiore. Nasconde la sofferenza sotto una coperta di silenzio. Ma noi quella coperta l’abbiamo tolta, e sotto c’era lei, una creatura stremata ma non piegata».

Da oggi Saralina ha un cuscino, una ciotola piena, cure veterinarie e braccia che la stringono. Ha una possibilità. «E se anche questa storia è un pugno nello stomaco, allora è il momento di svegliarsi. Perché Saralina merita più di uno sguardo pietoso: merita una nuova vita». Chiunque voglia aiutare Saralina può contattare la LIDA Sezione Olbia: 3334312878 – [email protected]

www.lidasezolbia.it/donazioni
Spedizioni: LIDA Sez. Olbia – Rifugio I Fratelli Minori, via Dei Cestai – 07026 Olbia (SS)
Codice Fiscale 5×1000: 01976050904