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Un importante traguardo nella medicina dei trapianti è stato raggiunto in Sardegna: presso l’ARNAS G. Brotzu di Cagliari è stato eseguito il primo trapianto di rene da donatore a cuore fermo controllato. Un intervento pionieristico che segna una svolta tecnica, scientifica e organizzativa per la sanità isolana.
L’organo è stato donato da un uomo che in vita aveva espresso la volontà di donare e trapiantato con successo a un paziente affetto da insufficienza renale cronica in lista d’attesa regionale.
La particolarità dell’operazione risiede nella modalità di accertamento del decesso del donatore, avvenuta secondo criteri cardiologici, anziché neurologici, come accade nella consueta donazione da morte encefalica. Il cuore, infatti, si era fermato da almeno 20 minuti, come previsto dalla normativa, e il decesso è stato certificato tramite elettrocardiogramma.
Dal punto di vista tecnico, la procedura ha previsto l’utilizzo del sistema ECMO per avviare una circolazione extracorporea che ha mantenuto ossigenati gli organi addominali. Successivamente, il rene è stato sottoposto a tecniche di riperfusione mirate a ridurre il danno ischemico e migliorarne la funzionalità prima dell’impianto.
L’intervento è stato frutto di una complessa organizzazione multidisciplinare che ha coinvolto numerose strutture e figure professionali all’interno dell’ARNAS: rianimazione, cardiochirurgia, neuroradiologia, laboratorio, psicologia clinica, neurologia e le équipe di urologia e nefrologia. La procedura è stata coordinata dal Centro Regionale Trapianti, diretto dal dott. Lorenzo D’Antonio, con il supporto del Coordinamento Locale guidato dal dott. Antonio Manti.
“Siamo di fronte a una delle frontiere più avanzate della medicina dei trapianti”, ha dichiarato il Commissario Straordinario dell’ARNAS G. Brotzu, Maurizio Marcias. “Questo risultato è frutto di un percorso avviato nel 2024 con l’istituzione di un tavolo tecnico regionale, che ha portato alla definizione di un protocollo operativo approvato nel 2025. Grazie a questo lavoro corale, possiamo oggi ampliare la platea dei donatori e offrire nuove possibilità di cura ai pazienti in attesa”.
Un ringraziamento è stato rivolto ai donatori e alle loro famiglie, “che con un gesto di straordinaria generosità e altruismo – ha commentato il dott. Manti – rendono possibile tutto questo. La Sardegna continua a distinguersi per sensibilità e spirito civico, confermandosi tra le regioni più virtuose d’Italia per numero di donazioni”.