Conclusa la 1° edizione di “ScuoLavoro”, il progetto nato per sviluppare i talenti sardi fin da piccoli
Il progetto è stato un successo e ha coinvolto 31 studenti, dai 6 ai 16 anni, grazie al giornalista Vittorio Sanna e agli imprenditori che hanno deciso di affiancarlo in quest’avventura, tanto innovativa, quanto ambiziosa. Nell'articolo tutte le indicazioni per poter iscrivere i propri ragazzi alla prossima edizione!
Nel romanzo distopico “1984” di George Orwell, “L’ignoranza è forza” è uno dei tre slogan che campeggiano sulla facciata del Ministero della Verità, che fa della mancanza di conoscenza delle masse il proprio punto di forza. Più le masse ignorano ciò che accade, come e perché accade, più esse diventano manipolabili dai poteri forti.
Oggi, “L’ignoranza è forza” sembra essere diventato uno dei capisaldi del nostro Paese: se da un lato vengono investite sempre meno risorse nell’istruzione, dall’altro assistiamo al proliferare della disinformazione, che trova campo fertile.
Per fortuna, c’è chi non scende a patti con questa dinamica disfunzionale e che, soprattutto, non si rassegna a vedere il futuro del nostro territorio “condannato” ad un simile destino.
Ecco perché è stato incredibile l’impatto generato dal progetto di scuola verticale “ScuoLavoro”, ideato dal noto giornalista e insegnante Vittorio Sanna in collaborazione con Andrea Podda e Giada Melis, fondatori di MAB & Co., azienda leader nel settore della consulenza aziendale.
Inoltre, tutto ciò è stato reso possibile dal contributo di aziende illuminate divenute partner come Catering Più, QuattroEmme Costruzioni, Da.Ma. Design, Caterina Parrucchieri, AutoMelis, Pizzeria 4 Venti e Arcobaleno Rooms. La Baire Trasporti, ad esempio, ha deciso di offrire ai ragazzi gli spostamenti a titolo completamente gratuito. Insomma, numerose sono le aziende virtuose che hanno deciso di assumersi la responsabilità di sostenere il progetto, destinato a moltiplicarsi anche durante la stagione scolastica e a diffondersi nel territorio, come stile e modello.
Il progetto, giunto da poco alla conclusione della sua prima edizione, è stato un vero e proprio successo, portando a compimento quel “rimborso emozionale” nei confronti di 31 studenti, dai 6 ai 16 anni, tanto desiderato da Vittorio Sanna e dagli imprenditori che hanno deciso di affiancarlo in quest’avventura, tanto innovativa, quanto ambiziosa. Un progetto reso possibile dalla verve, dall’entusiasmo e dalla passione di tutti coloro che hanno collaborato al progetto, coadiuvati dalla direzione di Vittorio Sanna: Carmen Corona (influencer), Claudio Pani (calciatore), Andrea Sanna (giornalista), Eleonora Vargiu (insegnante), Davide Franco (videomaker), Adrian Yale (fotografo), Maria Cau (coordinatrice segreteria).
Dalle parole dello stesso Vittorio Sanna, da noi intervistato in merito, traspare tutta l’emozione e il trasporto per i risultati raggiunti.
«I risultati sono stati notevoli, forse persino inaspettati – ci racconta Vittorio Sanna – eppure, nonostante avessimo dovuto concentrare tutto il percorso in sole 8 giornate, da conciliare con la scuola ancora in corso e con cadenza bisettimanale, c’è stata uno un filo conduttore continuo da un appuntamento all’altro. Questa continuità ci ha permesso di ottenere tanti risultati dal lato caratteriale in tutti i bimbi e ragazzi, soprattutto nei casi più “difficili” inizialmente. I cambiamenti che i genitori stessi ci hanno raccontato di aver visto a casa, soprattutto di vita e motivazionali, ci hanno dato concretezza di quel rimborso emozionale che volevamo portare ai ragazzi, profondamente danneggiati da 2 anni di asocialità causati dalla pandemia. È via via cresciuta sempre più la socializzazione, si sono instaurate nuove dinamiche di gruppo, in cui la profonda eterogeneità del gruppo in termini di età è stata una ricchezza e non un ostacolo. Ad esempio, – prosegue Vittorio Sanna – se penso ai ragazzi di 15-18 anni, che sono coloro che hanno subito il danno più grande, perdendo una delle fasi più importanti di vita della loro adolescenza, per i quali la solitudine era diventata una sorta di rifugio, anche dai conflitti generazionali, ciò che è accaduto è che proprio questi ragazzi hanno avvertito un forte senso di responsabilità e sono stati i primi a fungere da guida e da tutori per i più piccoli, senza che mai si creassero “gruppetti” per età, come accade in tante altre situazioni. Insomma, c’è stata una forte coesione e un incredibile coinvolgimento di ognuno dei bimbi e dei ragazzi per far sì che nessuno venisse lasciato indietro.»
Che tipo di riscontri, di emozioni, di sensazioni avete ricevuto dai genitori dei ragazzi?
«Come esempio ti riporto la frase che più ci ha gelato nel giorno dei “colloqui” di fine percorso, detta dalla madre di un bambino DSA di 8 anni, ovvero “Mio figlio nella scuola normale di ogni giorno si è sempre sentito un buono a nulla, mentre con voi ha gustato e assaporato il successo, ha capito di poter essere un vincente”. Capisci che parole come queste sono soddisfazioni impagabili, perché abbiamo fatto in modo che fin dall’inizio non ci fosse alcuna differenza o difficoltà che potesse venir vissuta con senso negativo, ma piuttosto come ricchezza. Abbiamo lavorato sodo con tutto il team affinché non passasse mai il concetto di omologazione, ma piuttosto che venisse esaltata la specificità e la peculiarità di ciascun bambino. Questo è stato possibile anche perché, rispetto alla scuola normale, non avevamo incombenze ministeriali, programmi da rispettare, etc. e quindi abbiamo avuto maggiore spazio per far esprimere il talento di ognuno di loro. Soprattutto quando ti relazioni con bambini DSA scopri che hanno un modo di apprendere completamente differente, e dar loro la possibilità di potersi esprimere secondo i loro canoni, di tirare fuori tutta la loro ricchezza e valore, ha completamente rigenerato l’umore stesso del bambino, che è passato dal sentirsi un totale perdente a vero centro catalizzante del gruppo. Questo è qualcosa che scava un abisso tra il prima e il dopo nelle consapevolezze di un bambino in crescita.»
Parliamo dei protagonisti del progetto, appunto i bambini. Che sensazioni avete avuto da loro direttamente?
«Penso sia esemplificativo il fatto che, nonostante venisse chiesta la loro attenzione e partecipazione quasi per 9 ore filate, non volevano in alcun modo tornare a casa alla fine delle giornate! Questo è stato sicuramente dovuto al fatto di aver alternato con cura le fasi di studio e “didattiche” a fasi di gioco e coinvolgimento, ad aver puntato su tutta una serie di attività che abitualmente non fanno, provando a trasmettere loro la “ricchezza” dei nostri tempi, stimolandoli all’osservazione della natura e di ciò che li circonda, senza essere ipnotizzati da uno schermo multimediale, allenandoli all’ascolto attivo di una persona che ti racconta delle storie, cosa sempre più rara. Per loro è stato un allenamento delle proprie potenzialità a 360 gradi e un arricchimento della loro capacità di esplorazione e di curiosità, stimolando esponenzialmente il loro apprendimento culturale, ma soprattutto emozionale.»
Dopo il successo di questa prima edizione, quali sono i programmi futuri per “ScuoLavoro”?
«Questo autunno partirà la nuova edizione, per la quale sono già aperte le iscrizioni – (si può contattare la segreteria inviando una mail a: [email protected] o chiamando il numero +39 336 379779) – e, proprio perché siamo di affiancamento alla scuola tradizionale e non in antagonismo, il percorso verrà sviluppato mettendo assieme 3 classi di massimo 30 bimbi/ragazzi, dai 5 ai 18 anni, delle quali 2 verranno svolte di pomeriggio e 1 il sabato mattina per chi fa il tempo pieno e ha il sabato libero. Copriremo un quadrimestre intero, in quanto il percorso si svilupperà in 16 incontri di 4 ore ciascuno. Il “programma” verterà su temi quali leadership, motivazione, scoperta di sé, ma affronteremo anche approfondimenti importanti sulla Storia e l’Antropologia della Sardegna, seguendo il vecchio calendario sardo che partendo da settembre scandiva l’antica attività agro-pastorale. Verranno riproposte le escursioni e le visite nelle aziende virtuose del territorio, in modo tale che i ragazzi possano toccare con mano i mestieri che hanno fatto grande la nostra terra, mestieri legati alle nostre incredibili risorse naturali. Anche in questa nuova edizione saremo affiancati da insegnanti, influencer, personaggi dello sport e dello spettacolo, insomma tutti esempi di persone di successo legati alla nostra terra. Stiamo già pianificando l’espansione del progetto in diverse città dell’Isola e, inoltre, stiamo ricevendo numerose richieste per esportare il format in importanti città d’Italia.»
Per far partecipare i propri ragazzi alla prossima edizione del Progetto “ScuoLavoro”, ci si può prenotare fin da ora per l’OpenDay di presentazione cliccando sul link: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-open-day-scuolavoro-il-futuro-e-gia-qui-391074693937
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