I giovani sardi? Volenterosi, lavoratori e pieni di voglia di fare. Noi lo sappiamo e ne abbiamo le prove
Se non ne potete più anche voi della tiritera di epiteti della serie “bamboccioni senza voglia di fare niente e con la pappa pronta” che affibbiano ai nostri giovani, leggete qui e diteci se siete d’accordo con noi
Sono settimane ormai che sui social e sulle testate giornalistiche nazionali e locali non si fa altro che parlare della ricerca spasmodica e senza risultato di ristoratori, chef, titolari di locali e bar che come dei moderni Giasone alla conquista del Vello d’Oro, cercano disperatamente camerieri, aiuto cuochi, bar tender, personale di sala. E diciamoci la verità: ancora nessuno ha ben capito da quale parta stia la “colpa”. Degli imprenditori che pagano un tozzo di pane erculee prestazioni lavorative o degli aspiranti dipendenti che per nulla al mondo si perderebbero il weekend con gli amici, l’aperitivo e la domenica con mammà?
Forse non lo sapremo mai e di certo non è il nostro intento indagarlo con questo articolo. Qui voglio soffermarmi su una categoria di persone che conosco bene, con cui passo intere giornate di lavoro e con cui intrattengo interessanti scambi di opinioni, di vita e generazionali. Parlo dei giovani, nati dove sono nata io, che stanno crescendo dove io ho già trascorso la mia giovinezza e che, rispetto a me hanno in meno la bellezza di 20 anni di vita.
E guai, dopo averli conosciuti, provare a dirmi che i ragazzi sono svogliati, menefreghisti, senza aspirazioni né obiettivi. Lungi dal voler fare di tutta l’erba un fascio io, per i “miei” giovani voglio solo decantare lodi: 20-25enni pieni di grinta, di voglia di imparare, ironici e gentili. Quelli per cui pensi si, sono felice di lavorare per lasciare un futuro in mano a loro. E io, figlia degli anni ’80 mi rendo conto che la nostra generazione era diversa: più “seduta” con l’idea del posto fisso e della laurea per forza e comunque, ancora ignara della rivoluzione della tecnologia e di internet, che guardava alla nostra terra come a un’occasione persa di non essere partiti per cercare fortuna altrove.
Oh si, le cose sono cambiate eccome e per fortuna: ogni mattina vedo Giovanni, scattante come un furetto e che ne fa mille e diecimila ne calendarizza; Ignazio, taciturno ma pungente, mago delle sponsorizzate online; Alessio, gentile come un principe e voglioso di imparare tutto della sua materia; Federico, il genio dello sviluppo; Gianluca, che sarebbe capace di vendere sabbia nel deserto; Leonardo, le cui consulenze commerciali un giorno varranno soldoni (segnatevelo, ndr) e Alessandro, che silenzioso lavora ore e ore. E io, che potrei quasi essere loro madre o forse zia o forse sorellona maggiore, li guardo e sono felice di poter lavorare con loro.
La loro verve, l’impegno, l’ottimismo, la gioia nel futuro che hanno di fronte, riesce a impregnare l’ufficio rendendoli portatori di leggerezza e idee. Certo, ogni tanto vanno bacchettati e rimessi al loro posto, ma questa è un’altra storia. Oggi diamo ai “nostri” giovani quel che è dei “nostri” giovani: sorrisi, impegno e intelligenza. Grazie ragazzi, continuate così e ogni tanto ascoltate anche noi, che di 20 anni ne abbiamo per gamba.
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