Il cammino di Santa Barbara: tra memoria e devozione nei paesaggi del sud-ovest della Sardegna.
Quanto dura e quante tappe bisogna fare per completare il cammino di Santa Barbara? Il cammino di Santa Barbara si snoda attraverso i luoghi che raccontano la storia dei minatori del sud-ovest della Sardegna. Percorrendo sterrati, carrarecce, mulattiere e ferrovie dismesse, questo itinerario non è solo un percorso fisico ma un vero e proprio viaggio nella memoria collettiva.

La miniera di Montevecchio
I sentieri attraversano aree storicamente vitali come il Sulcis, l’Iglesiente e il Guspinese, toccando decine di siti preservati dal Parco geominerario della Sardegna. Da Monteponi a Montevecchio e lungo il tragitto fino a Serbariu, il cammino offre ai pellegrini uno sguardo profondo su una realtà spesso dimenticata.
Le 30 tappe che compongono il percorso sono un tributo alla vita dei lavoratori che operavano nelle miniere. Oggi, quelle stesse strade rivivono grazie al passaggio dei camminatori, che riscoprono un’anima profonda e intrisa di storia nei territori che attraversano. Questi paesaggi sono caratterizzati da aspri rilievi e giacimenti minerari, che si affacciano su incantevoli tratti costieri, creando un contrasto unico tra la durezza della terra e la bellezza del mare. Ogni tappa porta con sé i segni del passato, dai ruderi di impianti minerari ai villaggi abbandonati, in un confronto tangibile con la natura che, lentamente, si riappropria di questi spazi.

Monteponi
Tra i punti di interesse, ci sono anche le borgate recuperate a nuova vita, come il Villaggio Rosas di Narcao e Ingurtosu ad Arbus, veri e propri rifugi per i pellegrini in cerca di tranquillità. Qui si può percepire l’eco di una quotidianità faticosa, che un tempo vedeva uomini, donne e bambini coinvolti nel lavoro minerario. Le miniere, infatti, non davano solo impiego agli uomini, ma anche alle donne e ai bambini, che si occupavano delle mense o delle attività post-estrazione. Intere comunità vivevano intorno ai pozzi e alle gallerie, formando isole autosufficienti in un contesto naturale superbo e selvaggio, dotate di pronto soccorso, scuole e cappelle, sempre pronte ad accogliere le preghiere alla santa protettrice dei minatori.

Porto Flavia
Grazie all’impegno degli ex minatori e alla loro memoria, le ‘vecchie vie estrattive’ sono state riaperte, trasformando il tutto in un percorso ad anello che ha Iglesias come punto di partenza e arrivo. Questo cammino riesce a connettere dimensione laica e religiosa, infondendo un nutrimento spirituale che solo luoghi così speciali possono fornire. Camminare sulle rocce più antiche d’Europa diventa un’esperienza rigenerativa, immersi in una natura potente e incontaminata. Dai monti di basalto e granito alle foreste di lecci del Marganai, fino a spettacolari grotte come San Giovanni a Domusnovas, il percorso offre un’infinità di scenari emozionanti, comprese impetuose cascate come Piscina Irgas e lo splendido mare blu cobalto.

La direzione della miniera di Ingurtosu, teatro della rapina
La bellezza del cammino si manifesta anche nei maestosi resti industriali, come la laveria La Marmora di Nebida, che si ergono sopra la scogliera, e nei panorami mozzafiato di Masua, dove Porto Flavia si affaccia sul Pan di Zucchero. Non mancano occasioni per perdercisi tra le dune dorate di Piscinas, apprezzando tramonti interminabili e colorati sul mare. Questi luoghi evocano forti emozioni, rendendo ogni tappa una scoperta significativa per i pellegrini di Santa Barbara.
In questa avventura si alternano contrasti affascinanti e salti temporali: una terra aspra e verdeggiante fa da cornice a un patrimonio di archeologia industriale e a una ricca eredità culturale, rappresentata da nuraghi e domus de Janas. A Sant’Antioco, una delle città più antiche del Mediterraneo, l’antica Sulky si affaccia su lagune e saline, mentre meno di un secolo di storia recente è testimoniato dalle architetture razionaliste di Carbonia. Lo scenario è ulteriormente arricchito dalla contraddizione di un Sulcis industrializzato in contrasto con gli ex borghi di pescatori come Portoscuso e Carloforte.

La laveria di Lord Brassey a Naracauli
Per affrontare questa esperienza, è consigliato un buon allenamento da camminatori, dato che le tappe hanno una media di 16 chilometri. Gli aspiranti pellegrini possono studiare i percorsi sulla mappa e rivolgersi alla Fondazione dedicata, che fornisce le credenziali necessarie e assistenza per ogni tappa. Completare l’intero circuito richiede almeno un mese, rendendo opportuno affrontarlo con calma e in più fasi, preferibilmente durante le stagioni primaverili e autunnali, per vivere appieno un’esperienza che promette di lasciare un’impronta indelebile nel cuore e nella mente di ogni camminatore.
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