Vi ricordate? Da compagno ad avversario in cinque giorni, quando lo juventino Matri piegò il Cagliari con una doppietta

Dalla bandiera rossoblù a quella bianconera, da compagno ad avversario in meno di una settimana. Campionato 2010-2011, Cagliari-Juventus. Il ricordo dei sardi va allo storico bomber Alessandro Matri, passato nelle fila della Vecchia Signora e cinque giorni dopo in campo al Sant'Elia, siglando una doppietta.
Da una casacca all’altra, i colori possono cambiare con estrema rapidità. Soprattutto nel mondo del calcio, sempre più professionalizzato e meno legato a quel romanticismo che teneva i giocatori legati indissolubilmente alla stessa bandiera. Ecco allora che uno stesso calciatore può passare da un club a un altro, anche nella stessa stagione e a distanza di pochi giorni “castigare” la sua vecchia squadra.
Campionato di Serie A 2010-2011, oltre dieci anni fa e, forse, un’altra vita. Il ricordo del tifo rossoblù va a quel Cagliari-Juventus del 05 febbraio, alla quinta di ritorno. Un Sant’Elia gremito, come ogni volta in cui in Sardegna sbarca la Vecchia Signora.
Non un incontro qualunque, dunque. Ancor di più perché quel giorno, tra le file bianconere, in forze c’era l’ex bomber rossoblù Alessandro Matri, allora in prestito alla Juventus da appena cinque giorni.
Nessuno sconto ai suoi vecchi compagni e davanti ai suoi ex tifosi della Nord. Al 20′ e al 75′ Matri piegò il Cagliari con una doppietta, incurante di fischi e improperi lanciati dalla Curva, decisa a non perdonargli quel cambio di bandiera. A nulla valse la rete di Acquafresca al secondo tempo. Luca Toni poi chiuse i conti di un definitivo 1 a 3.
Una roccia di un verde incredibile che si trova, sempre più rara, in Sardegna: sapete di cosa si tratta e dove trovarla?

Un vero e proprio tesoro naturale, tanto ricercato da essere considerato una pietra semi-preziosa perfetta per essere lavorata in botteghe artigiane. Ma di cosa stiamo parlando?
Immaginate di trovarvi di fronte a una roccia che non è solo affascinante dal punto di vista “estetico”, ma che racconta anche la storia millenaria della nostra Terra. Questa pietra, che negli opifici sardi ha trovato la sua massima espressione, sfoggia colori che spaziano dal rosso mattone al verde intenso, passando per sfumature giallastre e, in alcuni casi, perfino nere. Parliamo di una roccia sedimentaria mono-mineralogica, composta quasi interamente da quarzo e arricchita da impurità di ferro che le conferiscono queste tonalità così vivaci. Un vero e proprio tesoro naturale, tanto ricercato da essere considerato una pietra semi-preziosa perfetta per essere lavorata in botteghe artigiane.
E sapete di quale roccia stiamo parlando? Del celebre diaspro verde, una gemma tipica del Monte Arci, un’area che da secoli affascina per la sua ricchezza geologica. Il diaspro si mostra in tutta la sua varietà cromatica, dal rosso al verde, ma non è raro trovarlo in tonalità più inusuali, come il giallo e il nero.
Se siete curiosi di scoprire tutti i segreti di questa roccia e della sua affascinante formazione, dovete assolutamente fare tappa al GeoMuseo MonteArci Stefano Incani. Qui, la storia del diaspro prende vita attraverso racconti di mari scomparsi e spettacolari eruzioni vulcaniche sottomarine. Questo museo, un unicum in Sardegna, racconta la geologia dell’isola e in particolare quella della Marmilla, una zona che custodisce rocce risalenti a ben 24 milioni di anni fa. La passione di Vincenzo Incani ha dato vita a una collezione straordinaria, che comprende fossili di animali marini antichissimi, diorami che riproducono l’attività del vulcano e, naturalmente, una varietà di minerali, tra cui i celeberrimi diaspri, che si sono formati durante le eruzioni del “vecchio vulcano” del Monte Arci. E per chi cerca un’esperienza ancora più straordinaria, non mancate la “sala flù”, dove minerali dai colori fluorescenti vi lasceranno senza parole.

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