Un pasto caldo per i bisognosi. Dalle suore l’aiuto per i più deboli: “Quando possibile diamo il nostro ad altri”
Sono un aiuto costante per chi non ce la fa. E purtroppo in tanti bussano al portone della chiesa e del loro convento. Ogni giorno un pasto caldo dalle suore della Carità di San Vincenzo de Paoli, nel rione Marina. "Diamo quello che possiamo. Con l'aiuto della Provvidenza e dei volontari".
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Un aiuto costante per chi non ce la fa. Un pasto caldo alla porta della chiesa, sempre pronto tutti i giorni. Dal vecchio asilo di via Baylle, alla Marina, non si ferma il supporto ai poveri della città, sempre più numerosi tra crisi e pandemia.
Quasi una quarantina di persone, circa, bussano al portone delle suore della Carità di San Vincenzo de Paoli, per chiedere un pasto, alla mattina e alla sera. “Diamo quello che possiamo”, spiega la superiora suor Vincenza, 83enne e 60 anni di vocazione, “con l’ausilio di tante donne e volontari che collaborano con noi”.
Un numero che purtroppo sembra non voler diminuire. Uomini e donne, anziani e giovani, italiani e stranieri. Tutti bisognosi di un piccolo pranzo o una cena, sì, ma anche di un sorriso o una breve chiacchierata. E dalle parti della Marina si fa quel che la Provvidenza permette. Contando anche sulle donazioni e i contributi spontanei.
“Quando possibile, diamo il nostro pane o ciò che abbiamo in più dalla nostra mensa. Tutto confezionato e proposto in un pacchetto. Sono diverse le persone che vengono. Facciamo quello che il Signore ci permette di fare”.
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VIDEO – Capo Pecora, Arbus: papà e figlio salvano una tartaruga intrappolata e conquistano il web

Un gesto semplice ma eroico diventa virale: le lacrime di un bambino si trasformano in gioia per la tartaruga liberata dall’inquinamento umano.
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Una passeggiata come tante nella caletta di Capo Pecora si è trasformata in un salvataggio eroico che ha commosso l’Italia intera. Protagonisti un bambino e suo padre, che hanno trovato una tartaruga marina intrappolata in una fune legata alla pinna, vittima dell’inquinamento umano.
Il piccolo, vedendo l’animale soffrire, ha subito chiesto al padre di chiamare la Capitaneria di porto, ma il telefono non aveva campo. Senza esitazione, il bambino ha tagliato la corda e preso in braccio la tartaruga, camminando a lungo verso un punto di mare pulito e calmo. La tartaruga, apparentemente consapevole delle buone intenzioni, non si è dimenata e alla fine è stata rimessa in acqua, nuotando verso il largo. Il pianto iniziale del bambino si è trasformato in gioia, mentre la tartaruga riprendeva la sua libertà.
Le immagini del salvataggio, diffuse sui social, hanno rapidamente fatto il giro del web, trasformando i due protagonisti in veri e propri eroi del giorno per la sensibilità ambientale. Un gesto che ricorda quanto l’inquinamento rappresenti una minaccia costante per la fauna marina e sottolinea l’importanza di educare i più giovani al rispetto della natura.
Papà e figlio hanno mostrato con semplicità quanto un piccolo atto di coraggio e attenzione possa fare la differenza, diventando una lezione di vita sulla cura e la tutela dell’ambiente.
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