Imprenditoria. Quando arriva il successo? Quando capisci qual è il tuo “perchè”

Un imprenditore come può arrivare al successo?
Qual è la sorgente dei risultati per un imprenditore? Semplice: il suo “perchè”. Cosa significhi esattamente e quanto individuarlo possa cambiare la nostra vita professionale ( e non solo) ce lo spiega Andrea Podda, Co-Founder MAB & Co.
«Perché agisci? Quali sono le forze che ti muovono, che ti fanno alzare la mattina? La maggior parte delle persone, e purtroppo anche delle aziende o dei liberi professionisti, si concentrano sul “cosa” fare o al massimo sul “come” farlo, ma riflettono poco sul “perché” lo stiano facendo.
Un venditore potrebbe sapere bene “cosa” vendere (un servizio o un prodotto) e magari sapere anche “come” farlo (tecniche di comunicazione, promozione sui social, ecc.). Ben diverso è quando l’azienda in primis e i suoi manager e collaboratori sanno bene per che cosa stanno lavorando e producendo. Il perchè esistiamo come impresa, il perchè un cliente dovrebbe sceglierci. L’aver chiaro quale sia il nostro fine fornisce una carica potente, un entusiasmo che permette non solo di superare gli ostacoli della vita, ma anche di influenzare positivamente gli altri.
Voglio condividere con te uno splendido passo tratto da uno dei libri di Paolo A. Ruggeri, un Imprenditore visionario con cui ho la fortuna di essere partner nel business e socio: “Senza una meta la tua vita verrà creata per default a seguito di circostanze casuali. Non proverai carica emotiva. Non proverai entusiasmo. Cercherai disperatamente di compensare la tua mancanza di una meta, spremendo il più possibile da attività vane che dopo quindici giorni o un mese, torneranno a farti sentire come prima […] Quando ti alzi la mattina provi una carica emotiva speciale, sapendo che oggi farai degli ulteriori progressi verso la tua felicità, o semplicemente ti alzi stanco sapendo di dover affrontare un’altra delle solite giornate o pensando a tutti i problemi che ti troverai costretto ad affrontare? […] Perché, vedi, se la notte quando ti corichi non fantastichi più, caro amico, sei morto. Stai ancora attraversando i movimenti del vivere: alzarsi, nutrirsi, lavorare, frequentare altre persone. Ma la vita che c’è in te, un po’ alla volta si sta spegnendo. Triste ma vero”.
Ora prova a sederti un attimo e rifletti anche tu sulle righe che hai appena letto. Come sei messo con il tuo “Perché”? Sai qual è il motivo che ti spinge ad alzarti la mattina a guidare la tua attività e, in generale, la tua vita? Se stai andando con il motore automatico è bene che ti fermi un secondo, fai un bel respiro e poi ti dedichi all’esercizio che ho imparato al mio primo corso di Leadership, ovvero quello di scrivere le proprie mete.
Prendi un foglio di carta, oppure sfrutta lo spazio che ti lascerò di seguito e scrivi le tue mete da qui a 5 anni. Piccolo consiglio insegnatomi dal mio mentore in questo, sempre Paolo Ruggeri: non scrivere emozioni o desideri generici, ma piuttosto delle cose concrete, nel dettaglio, che avrai realizzato (ad esempio, non “Voglio avere più soldi da parte” oppure “Un’azienda più grande e solida”, ma piuttosto “Ho messo da parte 100.000 euro per pagare l’università ai miei figli, anche se volessero andare a farla all’estero, senza pensieri” o ancora “Ho raggiunto quota 100 dipendenti, con tre stabilimenti e un utile a fine anno di 300.000 euro”).
Dividi le mete per:
1. area professionale
2. area personale (crescita individuale)
3. area familiare
Quando scriverai devi sentire un brivido lungo la schiena. Sii ambizioso. Le mete devono essere qualcosa di realistico ma sfidante, che ti fa anche un po’ paura. Se sentirai nella testa qualche pensiero negativo del tipo: “È impossibile” oppure “È troppo grande per me” non devi cedere, vai oltre e scrivi tutto fino in fondo, con il maggior numero di dettagli possibile. Altro consiglio personale, scrivi al presente, come se avessi già concretizzato quella meta, utilizzando il verbo avere piuttosto che quello essere (Ho realizzato, ho guadagnato, ho messo da parte)».
Ecco come impostare il tuo esercizio:
Le mie mete a 5 anni (metti la data futura)
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A livello professionale
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A livello personale
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A livello familiare
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“Stabilire e scrivere le proprie mete educa la mente a proiettarsi nel Futuro e a scavalcare così i blocchi del Passato”

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