Leggende cagliaritane. Perda Liàda, quel sasso contro i saraceni e il mito di un lamento d’amore

Al largo della cagliaritana Torre del Prezzemolo si erge l'isolotto de Sa Perda Liàda. Un gigantesco scoglio, nelle acque di Sant'Elia, che nasconde un affascinante leggenda e una storia di un amore barbaramente ucciso.
Della cosiddetta “spiaggiola” di Sant’Elia, accanto al noto ristorante “Lo Scoglio” e ancora frequentata nelle domeniche estive da molti abitanti del rione, si è parlato abbastanza. Quell’arenile di sabbia e ciottoli, accessibile da una scalinata un po’ nascosta fra le erbacce, raggiungibile dalla strada serrata ai piedi della Torre del Prezzemolo.
Ed è proprio al largo di questa che si erge l’isolotto de Sa Perda Liàda, anche detto Scoglio di Sant’Elia. Forma sub-rotonda, rada vegetazione sulla sua superficie, questa grande “pietra” è teatro di un’affascinante leggenda cagliaritana.
Si racconta infatti che ai tempi delle invasioni saracene un frate, che abitava nel cenobio edificato nella parte alta del promontorio, avvistando l’imbarcazione nemica le lanciò contro una perla proveniente dalla mitra di San Giovenale. Ecco allora che, nel rotolare per il pendio, la perla a poco a poco diventò sempre più grossa e, piombando sull’imbarcazione, la distrusse. È la leggenda della Perda Liàda, ovvero la pietra lanciata.
Come riportato da Gian Paolo Caredda, però, pare che il nome dell’isolotto sia anche quello di Galata, nascondendo così un’altra leggenda. I pescatori del passato infatti sostenevano che, durante la notte, in quel tratto di mare si sentiva un canto melodioso. Questo era il lamento della mitica Galatea, una delle Nereidi che abitavano il Mediterraneo, di cui si invaghì il terribile figlio di Poseidone, Polifemo. A quest’ultimo, tuttavia, la fanciulla preferì il giovane Aci. Il ciclope allora, preso da accesa ira, lo schiacciò con un masso.
Riferimenti Bibliografici: Gianpaolo Caredda, Le tradizioni popolari della Sardegna, Editrice Archivio Fotografico, Nuoro.

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Fabio Pisacane si presenta: “Voglio rendere orgogliosi i sardi. Servirò il Cagliari, non mi servirò mai del Cagliari”

È iniziata ufficialmente la nuova era del Cagliari Calcio con la conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore Fabio Pisacane, affiancato dal neo direttore sportivo Guido Angelozzi, all’Unipol Domus. A introdurre i due protagonisti della stagione 2025-2026 è stato il direttore generale Stefano Melis, che ha parlato di entusiasmo e soddisfazione per questo nuovo capitolo rossoblù. “Per me è un onore aprire in prima persona questa nuova fase – ha detto – Mister Pisacane e il direttore Angelozzi saranno due protagonisti indiscutibili. A loro, come a tutti noi del Club e ai tifosi, vanno i migliori auspici per un lavoro da portare avanti con passione e competenza”.
Pisacane ha parlato della grande emozione per l’incarico ricevuto, sottolineando quanto il legame umano costruito negli anni in rossoblù sia stato fondamentale. Ha ribadito l’importanza di lavorare con i giovani, valorizzando chi, come Idrissi e Veroli, ha già avuto esperienze importanti: “A vent’anni sei un calciatore pronto al salto, molti a quell’età giocano già in Nazionale. Serve cambiare mentalità, dare tempo e fiducia ai ragazzi”.
Un altro tema centrale è stato il rapporto con gli ex compagni: Deiola, Pavoletti, Marin, Zappa e Rog. “Il ruolo cambia, ma non il rispetto. Avere qui ragazzi con cui ho vissuto momenti importanti è stimolante. Passare dall’altra parte comporta responsabilità diverse, ma la stima resta”.
L’allenatore ha poi ringraziato tutti i protagonisti della passata stagione, da Makoumbou a Viola, da Palomino a Jankto, senza dimenticare mister Davide Nicola e il suo staff: “Senza di loro oggi parleremmo di altro. Ora c’è una base solida su cui costruire, e stiamo lavorando per non farci trovare impreparati sul mercato”.
Parlando dei singoli, ha sottolineato il valore di Gaetano, “da non imprigionare nei vincoli tattici”, e di Prati, “che ha potenzialità ancora tutte da esprimere”. Ha inoltre dichiarato: “Non prometto nulla, se non che servirò il Cagliari e non mi servirò mai del Cagliari. Voglio rendere orgogliosi i cagliaritani e tutti i sardi che amano questi colori. I dati sugli abbonamenti parlano chiaro: la passione della nostra gente è un motore straordinario”.
Dal punto di vista tattico, Pisacane ha spiegato che i moduli sono importanti, ma secondari rispetto all’idea di gioco: “Vogliamo essere compatti senza palla e coraggiosi con la palla. Ho imparato tanto da Ranieri e Nicola, ma porto la mia visione”.
Ha poi ricordato con orgoglio il suo lungo cammino in rossoblù: “Dieci anni fa ero in campo, oggi sono in panchina. Ho sempre voluto restare qui. Non sono qui per imitare nessuno ma per lavorare, sacrificarmi e crescere con il Club. Ho scelto uno staff di valore, a partire da Giacomo Murelli, con cui condivido obiettivi e filosofia”.
La conferenza si è aperta con un momento di grande commozione per la notizia della tragica scomparsa di Diogo Jota, ex calciatore, morto in un incidente stradale insieme al fratello. “Siamo sgomenti. Ci uniamo al dolore della sua famiglia”, ha detto Pisacane, interrompendo per qualche istante l’incontro stampa.
Tutte le dichiarazioni e i contenuti della conferenza stampa sono del sito ufficiale del Cagliari Calcio.

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