Leggende cagliaritane. Perda Liàda, quel sasso contro i saraceni e il mito di un lamento d’amore
Al largo della cagliaritana Torre del Prezzemolo si erge l'isolotto de Sa Perda Liàda. Un gigantesco scoglio, nelle acque di Sant'Elia, che nasconde un affascinante leggenda e una storia di un amore barbaramente ucciso.
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Della cosiddetta “spiaggiola” di Sant’Elia, accanto al noto ristorante “Lo Scoglio” e ancora frequentata nelle domeniche estive da molti abitanti del rione, si è parlato abbastanza. Quell’arenile di sabbia e ciottoli, accessibile da una scalinata un po’ nascosta fra le erbacce, raggiungibile dalla strada serrata ai piedi della Torre del Prezzemolo.
Ed è proprio al largo di questa che si erge l’isolotto de Sa Perda Liàda, anche detto Scoglio di Sant’Elia. Forma sub-rotonda, rada vegetazione sulla sua superficie, questa grande “pietra” è teatro di un’affascinante leggenda cagliaritana.
Si racconta infatti che ai tempi delle invasioni saracene un frate, che abitava nel cenobio edificato nella parte alta del promontorio, avvistando l’imbarcazione nemica le lanciò contro una perla proveniente dalla mitra di San Giovenale. Ecco allora che, nel rotolare per il pendio, la perla a poco a poco diventò sempre più grossa e, piombando sull’imbarcazione, la distrusse. È la leggenda della Perda Liàda, ovvero la pietra lanciata.
Come riportato da Gian Paolo Caredda, però, pare che il nome dell’isolotto sia anche quello di Galata, nascondendo così un’altra leggenda. I pescatori del passato infatti sostenevano che, durante la notte, in quel tratto di mare si sentiva un canto melodioso. Questo era il lamento della mitica Galatea, una delle Nereidi che abitavano il Mediterraneo, di cui si invaghì il terribile figlio di Poseidone, Polifemo. A quest’ultimo, tuttavia, la fanciulla preferì il giovane Aci. Il ciclope allora, preso da accesa ira, lo schiacciò con un masso.
Riferimenti Bibliografici: Gianpaolo Caredda, Le tradizioni popolari della Sardegna, Editrice Archivio Fotografico, Nuoro.
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In monopattino sulla 131 Carlo Felice, taglia la strada alle auto

In monopattino elettrico sulla Statale 131: manovra spericolata, sfiorata la tragedia tra Sestu e Cagliari.
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In monopattino sulla 131 Carlo Felice, taglia la strada alle auto.
In monopattino elettrico sulla Statale 131: manovra spericolata, sfiorata la tragedia tra Sestu e Cagliari.
Come ha riportato L’Unione Sarda, un episodio di gravissima imprudenza si è consumato ieri pomeriggio lungo la Statale 131, riaccendendo l’allarme sulla sicurezza stradale e l’uso sregolato dei mezzi di micromobilità.
Un giovane a bordo di un monopattino elettrico è stato avvistato mentre percorreva l’importante via di scorrimento veloce, in un tratto cruciale compreso tra i comuni di Sestu e Cagliari, un’area ad altissima densità di traffico e velocità.
La situazione, già di per sé assolutamente vietata dal Codice della Strada per questa tipologia di veicoli, ha raggiunto il culmine della pericolosità in prossimità dello svincolo che indirizza il flusso veicolare verso l’aeroporto di Cagliari-Elmas e il polo ospedaliero. Secondo quanto è stato riportato dal quotidiano L’Unione Sarda, il giovane, incurante delle normative e dei rischi connessi, ha compiuto una manovra estremamente azzardata. Nonostante avesse chiaramente percepito la presenza di un’automobile che sopraggiungeva a velocità di crociera, ha tagliato la strada al veicolo. L’obiettivo era quello di proseguire la sua marcia sulla Statale, immettendosi nella direzione della celebre Carlo Felice, la prosecuzione della 131 verso il centro del capoluogo.
Soltanto la prudenza e la tempestiva reazione dell’automobilista coinvolto hanno impedito che questa condotta sconsiderata avesse conseguenze ben più gravi. Chi era alla guida del veicolo, fortunatamente, non procedeva ad alta velocità, condizione che ha permesso di evitare un impatto potenzialmente nefasto per la vita del conducente del monopattino e l’incolumità degli occupanti dell’auto. L’unico, e forse insufficiente, accorgimento di sicurezza rilevato sul giovane era il fatto che almeno aveva il casco, accessorio obbligatorio ma che da solo non basta certo a giustificare una violazione così plateale delle regole di circolazione.
Questo episodio, purtroppo, non può essere derubricato a un caso isolato. Negli ultimi tempi, infatti, si sono moltiplicate le segnalazioni di mezzi simili in transito sulla Statale 131, un’abitudine sempre più diffusa e pericolosa che desta profonda preoccupazione tra le forze dell’ordine e gli addetti ai lavori. È fondamentale ribadire, in ogni occasione, che la Statale 131 non è un percorso sul quale i monopattini elettrici possono transitare, essendo riservata esclusivamente a veicoli a motore con le caratteristiche e le omologazioni previste per la viabilità extraurbana principale. Le autorità sono chiamate ora a intensificare i controlli e le sanzioni per debellare questa prassi che, come dimostrato, mette costantemente a repentaglio l’incolumità pubblica.
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