Addio a Silvia Tortora: nel 1986 il padre Enzo rese omaggio alla tomba di Aldo Scardella

Addio alla giornalista Silvia Tortora. Il papà Enzo nel cuore degli italiani e dei cagliaritani. Nel 1986 infatti rese omaggio, al cimitero di San Michele, alla tomba del povero Aldo Scardella, come lui vittima innocente della mala-giustizia. "Capisco profondamente che cosa l'ha spinto a uccidersi. È stata la disperazione, il dolore per un'accusa ingiusta".
Addio alla giornalista Silvia Tortora. Si è spenta in una clinica romana, all’età di 59 anni, una “professionista della verità”, raccontata in tv e mediante la carta stampata durante la sua lunga carriera. Sui social il ricordo di chi, tra amici e parenti, sempre la ricorda per le sue battaglie e il suo lavoro.
Silvia era figlia di Enzo Tortora. Nel cuore di tutti c’è l’immagine del papà che tiene in braccio le sue due bambine, dopo il lungo calvario giudiziario fra il 1983 e il 1986, tra il carcere, il tribunale e l’assoluzione dalla terribile accusa di traffico di stupefacenti e associazione camorristica.
Per i cagliaritani la figura di Enzo Tortora ha un valore particolare. Il noto giornalista e conduttore, tra i “padri fondatori” della televisione italiana, rese omaggio alla tomba di Aldo Scardella. Anche lui una vittima di malagiustizia, morto suicida in carcere nel luglio ’86, arrestato con l’accusa di aver preso parte alla rapina a mano armata ai danni del “Bevimarket” di Cagliari e di omicidio del titolare Giovanni Battista Pinna. Lunghi mesi di carcere per il giovane, 185 giorni di prigionia senza colpa. Poi, il gesto disperato: Aldo fu trovato morto impiccato. “Vi chiedo perdono, se mi trovo in questa situazione lo devo solo a me stesso, ho deciso di farla finita. Perdonatemi per i guai che ho causato. Muoio innocente”.
Il caso Scardella arrivò alla risoluzione fra il 1996 e il 2002, con l’arresto e la condanna dei colpevoli dell’omicidio Pinna, due nomi già noti alle forze dell’ordine e facenti parte della cosiddetta “Banda di Is Mirrionis”. La vicenda inevitabilmente attirò l’attenzione dell’opinione pubblica, già scottata da precedenti casi di errori giudiziari, quello di Tortora su tutti. Quest’ultimo non mancò di occuparsi del caso e qualche settimana dopo la sua assoluzione, il 23 settembre 1986 fece la sua prima uscita pubblica andando a rendere omaggio alla tomba di Scardella, tumulato nel cimitero di San Michele di Cagliari. “Capisco profondamente che cosa l’ha spinto a uccidersi. È stata la disperazione, il dolore per un’accusa ingiusta”.

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