Cagliari, addio a Mario Mura storico barista seuese del rione Fonsarda
Un uomo che mancherà molto alla comunità seuese, che conosceva il valore del lavoro e del sacrificio e che non si è mai piegato davanti alle difficoltà, restando sempre innamorato della sua Sardegna e dell'amata Seui.
Seui dice addio allo storico barista Mario Mura, mancato oggi in ospedale, all’età di 83 anni.
Ancora vivo in noi il ricordo della sua bella chiacchierata con il nostro giornalista Roberto Anedda, durante la quale raccontò ai lettori di Vistanet la sua esperienza giovanile fuori dall’Ogliastra: «Avevo 17 anni – raccontava Mario – quando partii alla volta di Palermo, dove trovai lavoro in un negozio di alimentari. Ero abituato a lavorare fin da bambino nelle campagne di Seui. Ben presto però, per il servizio militare, presi la via di Orvieto, dove feci amicizia con un altro giovane anche lui richiamato alle armi: l’allora calciatore del Milan Giovanni Trapattoni».
«Ci fu la possibilità di poter lavorare alla Fiat, e così nel 1960 andai a Torino, dove trovai parecchi compaesani». Proprio in questa città, alla fine degli anni ’60, Mario mise su famiglia, insieme a sua moglie Veneranda Lai, anche lei seuese: lì sono nati e cresciuti i suoi figli, Fausto e Daniela. Ma nel 1976 ancora una partenza, questa volta con tutta la famiglia: in Brasile a Belo Horizonte, sempre per conto della Fiat.
Nel 1982, il ritorno in Italia, ma la “saudade” della Sardegna era forte, così Mario decise di licenziarsi dalla Fiat e di tornare nell’Isola. A Seui non c’erano le condizioni lavorative per far ritorno, così decise di aprire un Bar, prima in via Mameli, per poi acquistarlo definitivamente in via Giudice Chiano. Ancora oggi è presente il Bar Mario, portato avanti dai figli Fausto e Daniela.
Un uomo che mancherà molto alla comunità seuese, che conosceva il valore del lavoro e del sacrificio e che non si è mai piegato davanti alle difficoltà, restando sempre innamorato della sua Sardegna e dell’amata Seui.
I funerali si svolgeranno il 7 gennaio alle ore 15.
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