I profumi delle leccornie si iniziano a sentire già dalla prima serata. Chef, operatori e volontari anche quest’anno hanno dato il massimo e lo hanno fatto per gli altri. Alla mensa Caritas di viale Sant’Ignazio la cena di Natale fa rivivere a tutti il piacere dello stare insieme, come in una vera famiglia.

Un menù bello ricco alla Caritas di Cagliari, che ogni giorno offre più di un pasto caldo a chi è in difficoltà, e in questa notte santa dà davvero del suo meglio. Sono in tanti coloro che quotidianamente trovano sostegno alla mensa Caritas. Stranieri e italiani. Anziani e giovani. C’è chi sino a poco tempo fa aveva un lavoro e una casa, e ora non ha più niente. In viale Sant’Ignazio, però, l’obiettivo non è semplicemente sfamare, ma far sentire a chiunque si sieda alla mensa un clima di famiglia. Tanto più in una notte come questa.

Cena luculliana ai piedi di viale Buoncammino. Una scelta di antipasti, tra salsiccia sarda, tra i vari, e il prosciutto di tacchino, nel rispetto della fede musulmana; poi, una scelta di tre primi, secondi di carne e di pesce, i gamberoni, l’agnello, due contorni, frutta, pandoro e panettone, con le bibite.

Una proposta culinaria da leccarsi i baffi, condita con l’ingrediente più buono che ci possa essere: quello della solidarietà e dell’aiuto verso il prossimo. In tanti sono in fila, ordinati e mascherina al viso, pronti per vivere un momento di preziosa convivialità, di fronte a un pasto caldo. Alla Caritas nessuno deve sentirsi solo in questa notte di vigilia, così come nella giornata di Natale e la domenica di Santo Stefano. E dietro tutto questo, ovviamente, l’immenso lavoro di operatori e volontari, sempre pronti, tutto l’anno, a dare una mano a chi purtroppo ha perso tutto, ma che oggi ha trovato una famiglia.

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.