Personaggi di Sardegna. Melchiorre Murenu, “l’Omero sardo dei poveri”

La Sardegna aveva il suo "Omero dei Poveri". Era Melchiorre Murenu, poeta cieco e analfabeta che interpretava i disagi e la crisi di contadini e pastori dopo l'Editto delle Chiudende di Carlo Felice.
Nel 1820 il sovrano sabaudo Carlo Felice, succeduto al fratello Vittorio Emanuele, avvia la formazione della proprietà privata della terra sarda, contro il regime di proprietà comune precedentemente prevalente. Si tratta del noto “Editto delle chiudende”, ufficialmente finalizzato alla promozione della crescita dell’agricoltura e della borghesia agraria moderna.
Di fatto, però, la nascita delle cosiddette “tancas”, campi chiusi da siepi o muretti a secco, portò numerosi conflitti fra contadini e pastori, oltre che favorire numerosi abusi e una proprietà assenteista.
Per molti, dunque, fu profonda crisi nel mondo delle campagne. Come riportato da Giovanni Pirodda in “Sardegna – Letteratura delle regioni, storia e testi”, interprete di questi disagi della realtà isolana è stato Melchiorre Murenu, autore rappresentativo dell’uso vivo del sardo nella produzione letteraria orale.
In particolare, la sua vita è simile a quella del più noto Omero, celeberrimo autore dell’Iliade e dell’Odissea, – se tralasciamo la cosiddetta “questione omerica” circa la sua avvenuta esistenza – in quanto errante poeta nelle sagre paesane. Murenu assimilava diversi elementi della tradizione locale e della cultura alta, attraverso l’oralità.
Murenu interpretava con vena moralistica ironica e grottesca gli umori e i disagi dei ceti più umili che subivano gli effetti dell’Editto delle chiudende, tanto da essere noto come “L’Omero dei poveri”. Sempre secondo il Pirodda, il quale riporta una voce corrente, il poeta morì ucciso dai bosani, i quali lo gettarono da una rupe, forse “punti” da qualcuno dei suoi versi.

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Maracalagonis, muore dopo due giorni di agonia il 61enne accoltellato dalla moglie: ora lei è accusata di omicidio

Paolo Melis è deceduto all’ospedale Brotzu. La moglie, già in cura per disturbi psichiatrici, lo aveva colpito con diversi fendenti al culmine di una lite domestica.
Non ce l’ha fatta Paolo Melis, il 61enne di Maracalagonis accoltellato dalla moglie al culmine di una violenta lite domestica. L’uomo è deceduto questa mattina nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Brotzu, dove era ricoverato in condizioni gravissime da venerdì.
La moglie, Daniela Serreli, 54 anni, casalinga già in cura per problemi psichiatrici, lo aveva colpito con numerosi fendenti all’addome, alla schiena e agli arti utilizzando un coltello da cucina. L’arma è stata sequestrata dai carabinieri, intervenuti immediatamente sul posto.
In un primo momento la donna era stata arrestata in flagranza con l’accusa di tentato omicidio. Dopo la morte del marito, la sua posizione si è aggravata: ora è indagata per omicidio. Attualmente si trova ricoverata nel reparto di Psichiatria dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, sotto piantonamento.
Le indagini, condotte dai carabinieri della stazione di Maracalagonis con il supporto del Nucleo Operativo e Radiomobile di Quartu, sono in corso per chiarire la dinamica dell’aggressione e per accertare eventuali precedenti episodi di violenza all’interno della famiglia.

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