Una folla immensa, fuori e dentro la parrocchia di Santa Barbara di Sinnai. Il paese ha dato l’ultimo saluto a don Alberto Pistolesi, il giovane sacerdote morto nell’incidente stradale sulla strada del Poetto di Quartu.

Oggi il popolo della sua Parrocchia ha salutato l’amico Alberto. Già, perché è così che molti, soprattutto i giovani, vedevano il loro pastore, pieno di bontà e amicizia per tutti, dentro e fuori dal sagrato.

“Alberto era pronto alla morte, noi no”, le parole del celebrante monsignor Giuseppe Baturi, oggi presente insieme alla Diocesi. Lutto cittadino a Sinnai, bandiere issate a mezz’asta negli uffici pubblici e nelle scuole, con la presenza del Gonfalone alla cerimonia funebre.

Nel giorno della festa della sua santa patrona, e nella chiesa che porta il suo nome, i cittadini si sono stretti attorno all’immenso dolore della mamma di don Alberto e dei suoi fratelli. Tanti sinnaesi hanno scelto di astenersi dal lavoro, almeno per una mattina, per salutare per l’ultima volta il prete dal sorriso fresco e gioioso, sempre pronto alla chiacchiera e al conforto. “Don Alby, non ti dimenticheremo”.

Tutta la comunità di Sinnai, e non solo, è in lutto. Cagliari, Monserrato, Quartu, Elmas. I messaggi di cordoglio sono arrivati da ogni dove: tutti addolorati per la perdita non solo di un bravo sacerdote, ma anche di un amico, un trascinatore bonario di giochi negli ambienti degli oratori, come quello di Santa Vittoria di Sinnai. Una missione, quella sacerdotale, che don Alberto ha portato avanti sempre con estrema semplicità e bontà. Molti sono cresciuti insieme a lui e non si danno pace per la sua perdita. Così come l’intera Diocesi per il suo Direttore Pastorale giovanile e insegnante di religione alle scuole secondarie. Alberto aveva 43 anni e ancora tanto da dare ai suoi fedeli, amici e familiari.

Al passaggio del feretro, colombe e palloncini in volo, accompagnati da un lungo applauso: tributo d’affetto profondo del popolo di Sinnai.

Un sabato di doppio dolore, quello di questo 4 dicembre. Alle 14.30 infatti il secondo funerale di don Alberto, nella parrocchia di Santo Stefano a Quartu Sany’Elena, laddove il giovane sacerdote ha mosso i suoi primi passi nella sua missione sacerdotale, portata avanti sino alla fine, quando il Signore lo ha chiamato al Cielo.

Mentre le strade si riempivano di colori, costumi tradizionali e fedeli in festa per la storica processione di Sant’Efisio, un gruppo di volontari ha scelto una celebrazione diversa, silenziosa ma profondamente significativa. Sono gli Amici della Strada Sardegna, insieme ai Volontari di Strada della Caritas dell’Arcidiocesi di Cagliari, che ieri hanno dedicato la giornata alle persone più fragili.

“Nella giornata della festa abbiamo preferito andare incontro a chi non può permettersi neppure un bicchiere d’acqua fresca. Questa è stata la nostra forma di devozione”, ha spiegato Roberto Carrus, presidente dell’associazione Amici della Strada Sardegna. Le segnalazioni ricevute da cittadini e operatori sociali hanno permesso ai volontari di raggiungere diverse famiglie in gravi difficoltà economiche, alcune senza i servizi essenziali e con numerosi figli a carico.

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Nel pomeriggio, un altro gesto simbolico: un vassoio di dolci è stato consegnato in una casa protetta a Quartucciu, portando un momento di dolcezza e compagnia a chi vive condizioni di solitudine e fragilità. Più tardi, nella notte, è stato consegnato un paio di scarpe a un clochard che camminava scalzo per le strade della città. “Condividere il poco che si ha è il gesto più potente. In fondo, siamo convinti che Sant’Efisio avrebbe approvato questa scelta: portare conforto dove ce n’è più bisogno”, ha aggiunto Carrus.

La giornata si è conclusa senza clamore, ma con la consapevolezza che anche un piccolo gesto può cambiare la giornata – o la vita – di chi ha meno. Una festa diversa, fatta di solidarietà, ascolto e presenza concreta. “Ringraziamo chi ci aiuta a segnalare queste situazioni invisibili. Sono proprio queste voci che ci permettono di intervenire dove i problemi sono più gravi”, ha sottolineato Carrus. Una missione che continua, silenziosa e quotidiana, nei vicoli delle città e nelle periferie dimenticate.