Dal 2017 deliziano i palati cagliaritani con la cucina del loro Paese. E la gente apprezza più che mai. Da quattro anni il ristorante senegalese, nella via Oristano, è una realtà ormai nota ai buongustai della città. “Cucina di Mariam”, per tutti una garanzia di squisitezza e ingredienti di prima qualità.

Dietro i fornelli, i simpaticissimi Mbaye Gueye e sua moglie Mariam, dal 2014 arrivati in Italia dalla lontana Africa, decisi a cambiare a vita. Prima, tanta esperienza nella ristorazione stagionale; poi, vista la bravura di Mariam ai fornelli, la volontà di aprire un’attività che oggi è una realtà per le buone forchette del Cagliaritano.

Profumi di cous cous e supukandja, nella gastronomia della via Oristano, accolgono chiunque entri. E nel bancone ecco le prelibatezze della terra d’Africa: la fataya, dolci, caffè touba e riso. I preferiti? Mbaye e Mariam non hanno dubbi. In tanti nel locale “spazzolano” specialità come la yassa, riso con cosce di pollo e verdure varie, il ceebu jen, il primo piatto del Senegal che viene offerto agli ospiti, e il mafè di burro di arachidi.

Oggi Mariam e Mbaye sono nuovi cagliaritani in tutto e per tutto, sebbene il loro cuore non abbia dimenticato il Senegal. Lavorano tanto e fanno conoscere la loro cultura in Sardegna. I loro figli? Uno di 8, l’altro di 16 anni. Ed entrambi sono nati qui e cresciuti nella cultura isolana. L’integrazione arriva anche dalla cucina.

Chiunque oggi abbia più di 30 anni, più o meno, ricorda con nostalgia quelle interminabili partite di calcio giocate nelle piazze di ogni dove a Cagliari.

Campi perlopiù inventati, arbitri inesistenti e tanto sano divertimento fra coetanei del quartiere. Le piazzette come San Siro o l’Olimpico, emulando le imprese dei campioni di Serie A. Poi i tempi sono cambiati, i rioni si sono spopolato, i bimbi spariti dalle piazze. Il calcio di strada dimenticato, forse.

Ma non lo sport. Quello continua a divertire i giovanissimi.

Dal calcio al cricket, però. Ecco allora che nelle serate cagliaritane sotto il Palazzo del consiglio Regionale vanno in scena lunghe e appassionanti partite fra ragazzi. Specchio di nuove culture arrivate nell’Isola, ignote sino a poco tempo fa, ora invece elementi della nostra società. Dal pallone alla mezza, dell’attaccante al corridore, dal bomber al lanciatore. Alla Marina sono ragazzi nella quasi totalità originari di Bangladesh e India, figli dei nuovi lavoratori della società cagliaritani: del barbiere, del commerciante, dell’ambulante o del ristoratore.

Vanno a scuola e alla sera, studio permettendo, eccoli con mazza, palla e guantone. Il campo? Inventato, come il nostro da calcio. E poi lanci, punti, battute e corridori. Il cricket è il loro sport e la loro cultura, e magari questi nuovi cagliaritani provano a farcela conoscere. A noi le regole di questo sport forse ci appaiono complesse. E se qualche nostrano si unisse a loro? Chissà, magari questo gioco potrebbe pure piacere: lo sport diverte ovunque e in ogni epoca.