(FOTO) A Sant’Elia il mercatino della domenica, gli “affari” del weekend sotto il sole cagliaritano

Ci si trova di tutto e di più, meta di ritrovo degli "affaristi" della domenica cagliaritana. Ecco il mercatino di Sant'Elia.
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Ci si trova di tutto e di più fra gli spazi allestiti nell’area dei parcheggi del vecchio stadio Sant’Elia. C’è chi va alla ricerca di vestiti e bigiotteria, chi di alimentari, altri invece ci passeggiano curiosi, nelle assolate domeniche cagliaritane. Immancabili, poi, i “cacciatori” di libri, attenti a scovare, fra la moltitudine di romanzi e fumetti, magari qualche pezzo di rara edizione. Venduto, chissà perché, a pochi euro.
Così, occhio a tappeti e bancarelle. E pronti – chi lo sa fare – a mercanteggiare, cercando in qualche modo di ‘spuntarla’ sul venditore, tirando a ribasso il prezzo. In giro, tante le mamme alla ricerca di quaderni e oggetti per la scuola: in questi tempi risparmiare fa sempre comodo. E se poi insieme all’usato si trova anche un po’ di qualità va ancora meglio.
“Si vende bene?” si chiede al venditore. “Dipende dalle giornate” , la solita risposta da chi gli alti e bassi del commercio li conosce bene.
Da oltre un anno il Mercatino Cuore Sant’Elia è una realtà che ha preso il posto della storico “bazar” domenicale di viale Trento. Dopo la chiusura forzata, nel marzo 2020, dettata dalla pandemia, il mondo del piccolo commercio al dettaglio e quello dell’usato si sono trasferiti nell’area parcheggi del vecchio impianto del Cagliari Calcio: oggi sempre più meta di curiosi e piccoli “affaristi” cagliaritani.

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Cagliari, il Consiglio di Stato conferma il divieto di legare le bici fuori dagli stalli

Una decisione che farà discutere e che segna un punto a favore del decoro urbano in città. Il Consiglio di Stato ha "promosso" il giro di vite voluto dall'amministrazione dell'ex sindaco Paolo Truzzu, confermando la piena legittimità del divieto di incatenare le biciclette fuori dagli stalli dedicati.
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Cagliari, il Consiglio di Stato conferma il divieto di legare le bici fuori dagli stalli.
Una decisione che farà discutere e che segna un punto a favore del decoro urbano in città. Il Consiglio di Stato ha “promosso” il giro di vite voluto dall’amministrazione dell’ex sindaco Paolo Truzzu, confermando la piena legittimità del divieto di incatenare le biciclette fuori dagli stalli dedicati.
Con una sentenza che rigetta il ricorso presentato dalla Fiab di Cagliari, i giudici di Palazzo Spada hanno messo la parola fine a una lunga battaglia legale.
Il provvedimento, incluso nel regolamento di Polizia e Sicurezza Urbana approvato dalla precedente amministrazione comunale, stabilisce in modo chiaro e inequivocabile che è vietato legare le biciclette a “infrastrutture pubbliche non destinate allo scopo”. La violazione di questa norma comporta l’applicazione di sanzioni pecuniarie che vanno da un minimo di 100 a un massimo di 300 euro.
I giudici hanno spiegato che la decisione mira a tutelare, in un’ottica di miglioramento della vivibilità e del decoro della città, quelle infrastrutture che spesso si trovano sui marciapiedi, nelle piazze, nei parchi, o vicino a monumenti. Si tratta di elementi di arredo urbano come ringhiere, recinzioni o pali, per i quali è già generalmente vietata la sosta di qualsiasi veicolo. Pertanto, secondo il Consiglio di Stato, la disposizione non viola in alcun modo le norme del codice della strada.
Ma la sentenza va oltre, affrontando un punto cruciale sollevato dai ricorrenti. La Fiab aveva denunciato una presunta disparità di trattamento tra gli “utenti deboli”, ovvero i ciclisti, e gli “utenti forti”, come gli automobilisti, sostenendo che la norma penalizzasse i primi a vantaggio dei secondi. Il Consiglio di Stato ha respinto categoricamente questa tesi, evidenziando che una disparità di trattamento può essere configurabile solo in presenza di situazioni perfettamente identiche, e che tale condizione non sussiste in questo caso. I giudici hanno inoltre ritenuto infondata la disparità invocata in appello anche rispetto ai monopattini.
Infine, sono state giudicate infondate anche le censure che contestavano la presunta contraddittorietà del regolamento con gli obiettivi fissati dal Piano Urbano della mobilità sostenibile. A questo proposito, il Consiglio di Stato ha ribadito che si tratta di una valutazione discrezionale, per la quale “il giudice non può sostituirsi all’amministrazione”. La decisione ha quindi confermato la legittimità dell’azione comunale, stabilendo che la tutela del decoro urbano è un obiettivo prioritario che può essere perseguito attraverso normative specifiche.

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