Quasi contro ogni pronostico, la Sardegna schiva la retrocessione in giallo per la terza settimana e ‘salva’ la zona bianca, verrebbe da dire, in “zona cesarini”.
Raggiunto, ma non superato, secondo gli indicatori decisionali del Ministero della Salute/Protezione Civile che accompagnano il monitoraggio settimanale, il 15% dei ricoveri in area medica. Le intensive restano sopra il 10%, al 13.2%.
Merito anche dei 22 posti letto recuperati la scorsa settimana al Santissima Trinità di Cagliari, con la riapertura del Covid-3, che hanno permesso di guadagnare tempo e terreno, evitando il ritorno in zona gialla.
«Quei 22 posti sono stati determinanti – le parole soddisfatte del direttore sanitario Sergio Marracini, che vede il futuro in maniera più ottimistica, seppur confidando in tutte le precauzioni e i parametri scientifici -. La prossima sarà ancora una settimana ‘neutra’, senza le scuole aperte e con meno turisti. Il virus dovrebbe trovare più distanza».
Incidenza decisamente in picchiata, rapportata come sempre ai 100mila abitanti, rispetto alle scorse settimane. Ma secondo il direttore del Santissima Trinità ci sarebbero altri fattori che farebbero ben sperare nella guerra sarda al Covid.
In primis, la campagna vaccinale, con un riferimento d’orgoglio all’Open Night della Fiera, lo scorso 31 agosto. «Un lavoro eccellente, mi sono complimentato con Temussi. I giovani hanno capito che non devono ascoltare sirene inutili». E sui no vax? «Comincio a vedere che, anche all’interno dell’ospedale, stanno cominciando a vaccinarsi coloro che prima desistevano. E noi dobbiamo essere pronti ad andargli in contro».
Altro fattore, la stretta data dai green pass obbligatori praticamente ovunque. «La politica serve a guidare». Ma soprattutto l’aumento delle dimissioni dagli ospedali sardi.
Si guarda al futuro e alla zona bianca da mantenere più che si può. Sarà necessario trovare altri posti letto per mantenersi in fascia privilegiata? Non necessariamente, se si considerano i fattori esposti sopra.
E Marracini commenta: «Sarebbe davvero difficile chiudere altri reparti, magari quello fondamentale di Ortopedia. No, stiamo dimettendo di più e confido maggiormente sulla liberazione dei posti attualmente occupati al Santissima Trinità e al Binaghi. L’indice si abbassa con le dimissioni».