Lo sapevate? Sull’isola di Santo Stefano c’è la statua gigantesca incompiuta di un gerarca fascista
Lo sapevate? Sull’isola di Santo Stefano c’è la statua gigantesca incompiuta di un gerarca fascista. Sull’isola di Santo Stefano, paradiso marino nell’arcipelago della Maddalena, si trova parte di una statua gigantesca che avrebbe dovuto abbellire il mausoleo dedicato a un
Lo sapevate? Sull’isola di Santo Stefano c’è la statua gigantesca incompiuta di un gerarca fascista.
Sull’isola di Santo Stefano, paradiso marino nell’arcipelago della Maddalena, si trova parte di una statua gigantesca che avrebbe dovuto abbellire il mausoleo dedicato a un importante gerarca fascista.
Quell’uomo era Costanzo Ciano, padre di Galeazzo Ciano, morto nel 1939, al quale il regime fascista volle dedicare il mausoleo, che rimase incompiuto per il crollo del Fascismo.
All’interno dell’isola, tra rocce granitiche e macchia mediterranea si notano i resti di un vecchio argano, un carrello da miniera e binari divelti e arrugginiti, quindi in un grande spiazzo in mezzo a blocchi squadrati di granito e resti delle lavorazioni della cava, si trova un mezzo busto di circa tre metri. Un grande faccione, con enormi baffi e una divisa da vecchio marinaio, in atteggiamento severo e marziale. Costanzo Ciano era un ufficiale di Marina che si distinse in alcune operazioni durante la prima Guerra mondiale per le quali fu più volte decorato poi, da politico, scelse il Fascismo, ricoprendo la carica di ministro e successivamente quella di presidente della Camera.
Alla sua morte, avvenuta improvvisamente nel 1939, il regime volle ricordarlo con un’opera imponente da realizzare nella città natale, Livorno. Il progetto fu affidato ad Arturo Dazzi, artista fedele a Mussolini, che disegnò un grande mausoleo di forma squadrata al cui interno doveva essere ospitata la tomba di Ciano. Il mausoleo, che oggi versa in stato di degrado, doveva poi essere sormontato da una statua colossale di 13 metri che rappresentava il gerarca con i panni classici che i marinai indossano contro le intemperie: berretto e cerata, mentre è al timone del suo mas (motoscafo armato silurante).
All’interno l’urna di Ciano doveva essere sostenuta da due marinai e due balilla, figure che alludevano metaforicamente alla fedeltà al partito del defunto e alla sua dedizione alla Marina Militare.
Di questo monumento restano il basamento della torre sul Monte Burrone in Toscana ormai completamente abbandonato, la testa colossale di Ciano in Sardegna, e le statue dei marinai e dei balilla a Forte dei Marmi.
I lavori per la statua di Ciano a Santo Stefano iniziarono nel 1941 e nel luglio 1943 erano pronti i due pezzi del busto. L’ultima parte del tronco era in fase di rifinitura e di completamento. Ma i lavori furono interrotti il 26 luglio 1943. Il giorno prima il Gran Consiglio aveva votato la sfiducia a Mussolini.
Il proprietario della cava ricevette un telegramma da Roma affinché venissero fermati i lavori: il Fascismo, infatti, era caduto e quel simbolo, il ricordo di quell’uomo, fascista convinto, non avrebbe avuto più senso. Da quel giorno, il busto di Costanzo Ciano giace lì, abbandonato.
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