Francesca Marongiu, cagliaritana trapiantata a Carbonia, classe 1979, tempo fa, dopo aver perso improvvisamente il lavoro, si è rimboccata le maniche, è tornata all’Università e con una buona dose di creatività e coraggio si è buttata in una nuova avventura sul web, creando il blog La Frack Magazine e facendo così gravitare su di sé l’attenzione di tantissime donne e mamme sarde ( e non solo).
Sì, perchè Francesca è anche madre di cinque splendidi figli: Rebecca (20 anni), Miriana (16), Rachele (15 ), Eros (8) e Alex (4) e nel suo blog parla anche di quanto sia difficile e meraviglioso il mestiere di genitore. Accanto a lei, in famiglia e nei suoi mille progetti, il marito Roberto.
Oggi parliamo con lei di donne, femminismo, madri lavoratrici e tanto altro.
Dopo una batosta lavorativa condita dal mobbing, ti sei letteralmente inventata un mestiere, diventando la timoniera di un blog seguitissimo, La Frack Magazine.
In realtà mi sono dovuta dimettere! Dopo la nascita del mio quinto figlio e dopo tutto ciò che ho subito, molto prima della mia quinta maternità, sarebbe stato impensabile rientrare a lavoro. L’ambiente in ufficio era irrespirabile, i rapporti con le colleghe praticamente inesistenti, se non per cattiverie. La mia salute e la mia dignità di madre, ma soprattutto di donna vengono prima di tutto. Meglio senza lavoro ma libera e serena, che con un lavoro che ti logora l’anima, circondata da cattiveria e invidia.
Il mio blog è nato così. Durante la mia malattia, un esaurimento da mobbing, ho iniziato a scrivere, a raccontare. Avevo bisogno di una valvola di sfogo, di raccontare la mia storia. Prima in incognito, poi con coraggio sono uscita allo scoperto ed è stato bellissimo. Bellissimo il riscontro delle persone, le donne che hanno iniziato a scrivermi per dirmi che erano nella mia stessa situazione, e qualcuna che grazie a me aveva trovato il coraggio di ribellarsi. Davvero è stato terapeutico!
Come ci si riprende da una delusione che mette in discussione ogni cosa nella propria vita?
Non è facile, ho avuto bisogno di un aiuto, un percorso terapeutico con una psicologa mi ha aiutata a vedere tutto in un’altra prospettiva.
Mi ha aiutata molto anche instagram: grazie a questo social sono stata accolta nella community di Thewomoms e ho cominciato a scrivere anche per il loro blog. Mi ha aiutato tanto perché grazie a questa esperienza ho imparato sul campo a fare la blogger. Grazie alla community ho conosciuto poi quella che è la persona che mi ha dato davvero la forza di buttarmi e dare vita a La Frack Magazine: Claudia Mancuso. È lei che ha iniziato a chiamarmi Frack, è lei che mi ha vista per prima come una mamma a 5 stelle, è sempre lei che, anche se ci sentiamo poco perché vive in Sicilia, mi regala la carica nei momenti di down. Devo dire che l’amicizia in quel periodo ha avuto un ruolo molto importante nel riportarmi a galla.
Cosa possiamo trovare noi donne nelle tue parole, nel tuo blog? A chi sono maggiormente indirizzate?
Nel mio blog le donne trovano parole di incoraggiamento. Ogni storia che racconto vuole trasmettere la voglia di farcela, di non mollare, di lottare fino alla fine. Sono indirizzate a tutte noi, a chi come me ha avuto un’infanzia difficile, e a chi invece l’ha avuta bellissima. A chi ha combattuto contro la violenza e a chi fortunatamente non l’ha mai nemmeno incrociata, a chi ama leggere e a chi ama truccarsi, a chi ama la musica e a chi adora la politica. Perché noi donne siamo tutto e di più, un universo infinito di sfaccettature meravigliose.
Le mamme che lavorano sono tutelate? Scattiamo una fotografia della situazione da questo punto di vista, facendo una piccola analisi politica del momento che le madri lavoratrici stanno vivendo in Italia.
Le mamme che lavorano non sono per niente tutelate. Le donne in generale non lo sono. Viviamo purtroppo in un’epoca fortemente patriarcale che vuole di nuovo relegarci al ruolo di angeli del focolare, incubatrici di figli, possibilmente maschi, che continuino a diffondere maschilismo e supremazia dell’uomo. Sembra esagerato, ma credetemi, non lo è. Quando facciamo un colloquio ci chiedono ancora se abbiamo dei figli o se è nostra intenzione averne, quando usciamo di casa dobbiamo ancora stare attente a come ci vestiamo perché se ci succede qualcosa e per disgrazia indossavamo la minigonna ce la siamo proprio cercata. È nuovamente in discussione il diritto della donna di ricorrere all’aborto, e vogliono anche renderci impossibile divorziare. E quando ci ribelliamo è un casino perché se ci va bene ci insultano, se ci va male ci ammazzano!
Blogger e studentessa di giurisprudenza. Ci sarebbe da avere la giornata piena già così. Ma tu, assolutamente fuori dagli standard e dalle medie nazionali, hai anche cinque figli. Come mantieni l’equilibrio e come organizzi le tue giornate?
Ho una notizia fresca, dall’8 gennaio sono anche tornata a lavorare part time! Non è facile: il blog è ormai un magazine e insieme a me scrivono anche altri collaboratori, ma la pianificazione e la revisione spettano sempre a me. Scrivo solitamente la notte o al mattino presto e cerco di pianificare nel fine settimana.
L’università naturalmente mi vede iscritta come fuori corso, ma va bene così. Sapevo, quando ho deciso di riprendere gli studi, che non sarebbe stato facile. Do gli esami quando posso, frequento le lezioni quando posso. La famiglia è un lavoro tra me, mio marito e le mie figli più grandi. Rebecca ormai viene solo nel weekend, studia Scienze della Comunicazione a Cagliari, le altre due mi aiutano come possono, ma la priorità resta sempre lo studio. Il resto si fa quando si può… le giornate a volte sono infinite!
Quanto il tuo essere donna e madre credi abbia influito negativamente sul tuo lavoro? Ti sei mai sentita sminuita o messa da parte per questo?
Assolutamente sì! Nel trattamento economico soprattutto. Nonostante le capacità che molte di noi possiedono, a volte siamo costrette ad accettare lavori sottopagati proprio perché madri e costrette a scendere a compromessi per necessità primarie. La donna soprattutto al rientro dalla maternità è fortemente penalizzata, io ad esempio dopo la nascita del mio quarto figlio non ho mai riavuto il mio posto di lavoro, e nonostante la mia esperienza e i miei titoli, per “punirmi”, sono stata sostituita dall’addetta alle pulizie.
Cosa significa, per te, essere donna oggi? Quali i nostri diritti, le peculiarità e i limiti?
Oggi per me essere donna è assolutamente impegnarmi in prima persona per i diritti di tutte noi, anche di quelle che ci remano contro, perché non è vero che quello che faccio è solo una goccia nell’oceano. Io la vedo più come “io sono una delle tante gocce che combatte e insieme a tante altre crea un enorme oceano”.
Cosa significa per te essere femministi? Perché oggi, più che mai, è importante parlare di femminismo?
Per me essere femminist* vuol dire essere liber*. Essere liber* di pensare, di parlare, di decidere, di uscire la notte, il giorno o il pomeriggio. Essere femminist* vuol dire scegliere di diventare genitore o no, di sposarsi o no, di amare o no! Non è solo importante parlare di femminismo, è fondamentale farlo! Dobbiamo assolutamente crescere i nostri figli insegnando loro l’accettazione, la diversità e la parità di genere. A casa mia non esistono ruoli definiti, ognuno di noi fa quel che c’è da fare. Perché siamo una squadra, e ognuno di noi supporta l’altr*.
I tuoi figli sono femministi? Che lavoro stai portando avanti, in questo senso, specialmente con i maschietti?
I miei figli stanno crescendo sulle note del femminismo. Mio marito è femminista, brontola quando esco con le amiche ma solo perché lo lascio in balia di cinque pesti! A mio figlio Eros, 8 anni faccio leggere poco alla volta il libro Parole Avanti di Claudia Sarritzu, un libro che credo debba diventare obbligatorio nelle scuole di ogni ordine e grado, assolutamente.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sicuramente vorrei che La Frack Magazine diventasse sempre di più un punto di riferimento per le donne e su questo mi piacerebbe un giorno pubblicare un libro. Spero di portare avanti dei progetti che ho sia con delle amiche in campo di seminari sul Femminismo e l’uguaglianza di genere, sia con le mie amiche Igers sarde per quanto riguarda i social. E poi la laurea, la vedo davvero nel mio futuro. Ho anche un sogno che penso non si realizzerà mai: il sesto figlio.
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