Angelo, il cane rimasto ustionato nell’incendio dell’Oristanese, è stabile. Il web tifa per lui

«Lo abbiamo trasferito in una stanza tutta sua, non tollerava la gabbia. Lo medichiamo quattro volte al giorno. Si alimenta da solo e la sua funzionalità renale tiene. Sta cominciando a perdere grandi lembi di cute necrotizzata perciò continuiamo a trattarlo con antidolorifici, oltre che con antibiotici e unguenti».
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È scampato al terribile incendio che ha devastato, giorni fa, l’Oristanese, riportando bruciature e ferite gravissime in tutto il corpo.
Oggi si trova per fortuna nelle mani giuste, quelle dei veterinari della Clinica Duemari di Oristano.
Stiamo parlando di Angelo, il cane che è diventato, sui social, il simbolo della speranza dopo i terribili incendi che hanno messo in ginocchio la nostra Isola.
La sua storia ha fatto il giro del web e ogni giorno i veterinari della Clinica aggiornano tutti con le novità che riguardano la salute del cagnolino che ha preso il nome dall’uomo che lo ha salvato dalle fiamme, Angelo.
«Lo abbiamo trasferito in una stanza tutta sua, non tollerava la gabbia. Lo medichiamo quattro volte al giorno. Si alimenta da solo e la sua funzionalità renale tiene. Sta cominciando a perdere grandi lembi di cute necrotizzata perciò continuiamo a trattarlo con antidolorifici, oltre che con antibiotici e unguenti».

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Un anno senza Gioele: Ozieri ricorda il dolcissimo bimbo travolto da una porta da calcio

Nonostante i disperati tentativi di rianimazione dei soccorritori, per oltre un’ora, il piccolo morì sotto gli occhi dei suoi genitori, lasciando una comunità sconvolta e immersa in un dolore profondo.
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Un anno fa, il 14 settembre, la vita di Gioele Putzu, bambino di 9 anni originario di Olbia con radici ozieresi, si spegneva tragicamente in un campo sportivo di San Nicola, frazione di Ozieri, in provincia di Sassari. Una porta da calcio mobile, pesante circa 100 chili, lo travolse mentre giocava spensierato con due amici.
Nonostante i disperati tentativi di rianimazione dei soccorritori, per oltre un’ora, il piccolo morì sotto gli occhi dei suoi genitori, lasciando una comunità sconvolta e immersa in un dolore profondo. Quel pomeriggio Gioele era con due coetanei nel campo, i cancelli erano aperti per permettere loro di far volare un aquilone, ma in un attimo la spensieratezza si trasformò in dramma: urtando la porta da calcetto, questa cedette e gli cadde addosso.
Gli amici chiamarono subito aiuto e sul posto arrivarono forze dell’ordine, 118 e vigili del fuoco, ma la corsa contro il tempo si rivelò vana. La tragedia, già devastante di per sé, fu seguita da accese polemiche, perché quella stessa sera, a poche centinaia di metri dal campo, si tenne il concerto di Fedez in occasione dei festeggiamenti per la Beata Vergine del Rimedio.
Il cantante chiese un minuto di silenzio prima di salire sul palco, ma per il padre di Gioele quel gesto non fu sufficiente e le parole dell’artista sui social alimentarono ulteriormente le tensioni, mentre lo zio del bambino invitò tutti a fermare le polemiche chiedendo rispetto e silenzio per il dolore della famiglia.
Nei mesi successivi, però, non sono mancati i momenti dedicati al ricordo del piccolo: la comunità della Scuola Primaria di San Simplicio a Olbia, poco tempo dopo la tragedia, si è riunita in una cerimonia speciale che ha intrecciato il ricordo di Gioele con la celebrazione della Giornata nazionale degli alberi.
Nel cortile dell’istituto è stato piantato un giovane leccio, simbolo di vita che si rinnova e di memoria che perdura nel tempo, un gesto semplice ma dal profondo significato, che vuole rappresentare il legame indissolubile tra la natura e il ricordo di Gioele. A un anno di distanza Ozieri e Olbia continuano a ricordarlo con la stessa intensità di quel giorno terribile, trasformando il lutto in memoria e rinnovando il desiderio che simili tragedie non accadano mai più.

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