Lo sapevate? “Canadese” e altre parole che vengono usate solo in Sardegna
Esistono alcune parole che usiamo quotidianamente convinti che se le sentissero un romano o un milanese le capirebbero facilmente. E invece non è così.
I sardi parlano bene l’italiano perché sono due lingue completamente diverse. Una frase che è capitato spesso di sentire e che in parte è anche vera. I sardi rispetto ad altri italiani del sud fanno un uso meno ibrido delle due lingue. Nonostante questo esistono alcune parole che usiamo quotidianamente convinti che se le sentissero un romano o un milanese le capirebbero facilmente.
Una di queste parole è la “canadese“, termine usato a Cagliari come sinonimo di tuta da ginnastica. Udite, udite la canadese è un indumento solo ed esclusivamente in Sardegna. Nel resto d’Italia la canadese è la tendina da campeggio. Stesso discorso per la pizza con funghi, prosciutto cotto e würstel denominata anche questa canadese. L’origine dell’utilizzo di questa parola sia per la pizza che per la tuta è entrato nel lessico dei cagliaritani nel dopoguerra. Pare infatti che i primi ad indossare in città la tuta da ginnastica fossero dei militari di un battaglione canadese di stanza in città per qualche anno dopo la fine della guerra. Indovinate un po’ quale fosse la loro pizza preferita? Risposta esatta, funghi, prosciutto cotto e würstel, che da allora si chiamò “canadese”.
Avete invece mai mostrato la vostra casa a un non sardo? Bene, se lo avete fatto vi sarete accorti che al momento di mostrargli il vostro corridoio, se avete usato la parola “andito“, vi avranno guardato con una faccia del tipo «Ma che stai dicendo?». Questa parola in italiano esiste, ma è molto poco conosciuta (c’è chi la usa ancora nel nord Italia) mentre in Sardegna non c’è parola migliore per chiamare il corridoio di casa propria.
«C’ho brutta voglia». Per capire che questa espressione esiste solo in Sardegna bisogna usarla una volta partiti da studenti fuori sede o in Erasmus dopo una notte di bagordi davanti al proprio coinquilino di Pordenone o di Foggia. «Brutta che?», vi risponderanno. Trattasi infatti di un adattamento dal sardo dell’espressione “gana mala”, che significa, come saprete certamente, nausea.
«Già lo faccio». Se userete questa espressione con il vostro capo di Milano lui penserà che avete sbagliato il tempo verbale. L’utilizzo del “già” davanti a un verbo, usato dai sardi come rafforzativo per rassicurare qualcuno che ci chiede di fare qualcosa, in italiano è percepito molto stranamente.
Si sa che noi sardi siamo molto sintetici e riservati. Non è un caso che uno dei nostri modi verbali preferiti sia il gerundio, utilizzato molto spesso impropriamente. «Cosa stai facendo?» «Eh, andando». Per i non sardi non esiste l’utilizzo del gerundio senza il suo verbo ausiliare, che generalmente è stare. «Sto andando», è la risposta corretta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA