Accadde oggi. 4 febbraio 1913: nasce Rosa Parks. Con il suo celebre NO sfidò il razzismo diventando paladina dei diritti civili

Un atto coraggioso, determinato, possente, in seguito al quale si avvia una protesta che poi diventa storica quanto il gesto di Rosa. Quella stessa notte, Martin Luther King, insieme ad altri leader delle comunità afroamericane, dà vita a una serie di azioni di protesta.
canale WhatsApp
Montgomery, Alabama. È il primo dicembre del 1955, un giovedì freddo, uno di quei giorni in cui si vorrebbe solo tornare a casa, lasciare il lavoro alle spalle e riposare. Rosa Parks, una donna di 42 anni, figlia di James e Leona McCauley, lavora come sarta in un grande magazzino della città. È stanca, ma non solo per la lunga giornata trascorsa tra ago e filo. È una stanchezza più profonda, quella che si accumula negli anni, fatta di ingiustizie subite, di umiliazioni quotidiane, di regole imposte da altri.
Suo marito, Raymond Parks, è da tempo attivo nel movimento per i diritti civili, e Rosa ha imparato a convivere con la consapevolezza che la segregazione non è solo una condizione di vita, ma una battaglia da combattere. Quando sale sull’autobus per tornare a casa, il mezzo è già affollato. La parte riservata ai negroes è piena, così sceglie un posto nella prima fila della sezione “comune”, quella in cui bianchi e neri possono sedersi, almeno fino a quando non si presenta la necessità di spostare i secondi per far posto ai primi.
Poco dopo, sale un uomo bianco. Tutti i posti sono occupati, lui resta in piedi. L’autobus prosegue la sua corsa per qualche fermata, poi l’autista si volta, guarda Rosa e le ordina di alzarsi, di lasciare il suo posto, di cedere il suo diritto a sedersi solo perché davanti a lei c’è un uomo dalla pelle chiara. È un ordine che Rosa ha sentito mille volte nella sua vita, un’ingiustizia che si ripete ogni giorno, scandita dalle regole della segregazione. Ma quella sera qualcosa è diverso. Forse è la stanchezza, forse è la dignità, forse è il peso di un’intera esistenza vissuta nell’ombra di una società che non le riconosce lo stesso valore degli altri.
Rosa Parks rimane seduta.
La Parks non si scompone e resta al suo posto, rifiutando di alzarsi con dignitosa fermezza. L’autista ferma il mezzo e chiama due poliziotti. Rosa viene arrestata e portata in carcere per condotta impropria e per non aver rispettato il divieto che obbligava i neri a cedere il proprio posto ai bianchi nei settori cosiddetti “comuni”.
Un atto coraggioso, determinato, possente, in seguito al quale si avvia una protesta che poi diventa storica quanto il gesto di Rosa. Quella stessa notte, Martin Luther King, insieme ad altri leader delle comunità afroamericane, dà vita a una serie di azioni di protesta. Tra queste, il boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery, affinché fosse cancellata una norma odiosa e discriminatoria che comprometteva persino la possibilità di sedersi, come gli altri, su un autobus. Rosa muore a Detroit lunedì 24 ottobre 2005. Passa alla storia come The Mother of the Civil Rights movement e la Casa Bianca ospita le sue spoglie con tutti gli onori.

© RIPRODUZIONE RISERVATA