Giorno della Memoria, fumetto ideato da studenti di Quartu premiato da Mattarella
Il lavoro proposto è stato realizzato sotto la guida della prof.ssa Barbara Cadeddu con la collaborazione della prof.ssa Paola Stigliano.
canale WhatsApp
Gli alunni della classe III B della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo numero 6 di via mar Ligure a Quartu (Flumini) hanno conquistato la Menzione per la sezione scuole secondarie di I grado partecipando al concorso nazionale “I giovani ricordano la Shoah”, bandito dal MIUR sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
La cerimonia di premiazione dell’elaborato “Come tornare. Tre storie parallele” è avvenuta in video collegamento con il Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, della Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e della presidente dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.
Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato dalla commissione valutatrice, composta da rappresentanti del Ministero dell’Istruzione e dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, con la seguente motivazione:
«Il fumetto, realizzato con molto trasporto in periodo di pandemia, trae ispirazione dalle vicende di tre giovanissime ebree sopravvissute alla Shoah, in Italia. Diversi sono gli ambienti familiari e le città di provenienza, diverse le loro personalità e i destini determinati dalla persecuzione nazifascista (la triste clandestinità in convento per Lia, la forzata fuga in Svizzera per Pupa, la terribile deportazione ad Auschwitz per Liliana). Diverse le loro ansie e
preoccupazioni dopo la liberazione, ben individuate dai ragazzi nel linguaggio sintetico del fumetto. Sono ansie di tipo economico, la casa e il lavoro, di carattere sociale e affettivo, la scuola, la famiglia e gli amici. Focalizzando l’attenzione sul tema del ritorno, la narrazione e le immagini offrono un quadro significativo dei disagi e dei motivi di solitudine e di estraniamento, messi in risalto dalle protagoniste, comuni purtroppo a molti sopravvissuti. La semplicità del linguaggio, la vivacità e la pertinenza delle riflessioni dei ragazzi, esaltano la capacità comunicativa e la forza emotiva dell’opera».
Il lavoro proposto è stato realizzato sotto la guida della prof.ssa Barbara Cadeddu con la collaborazione della prof.ssa Paola Stigliano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA




Articolo di Carlotta Baldussi
Temeraria com’era non ebbe timore nemmeno nei primi giorni della liberazione quando, tra il 25 e il 27 aprile 1945, a Le Nuove di Torino si respirava un clima di fermento. Stanca di aspettare l’ordine di scarcerazione per i detenuti politici, si sedette su una camionetta, attraversò la città ancora sotto il fuoco incrociato di partigiani e repubblichini, e piombò dal Prefetto per trattare la scarcerazione definitiva. Con gli stessi rischi tornò al carcere a comunicare ai detenuti la buona notizia.