Primo tempo con i rossoblù sotto di un gol alla Sardegna Arena, a sbloccare la partita è Zielinsky, ma le occasioni avute dagli ospiti sono diverse. Il Napoli è meritatamente in vantaggio. Se Joao Pedro apre uno spiraglio nella ripresa il Napoli lo spegne subito: Zielinski segna la sua doppietta, Lozano fa il tris e Insigne su rigore cala il poker e chiude la partita alla Sardegna Arena tra la confusione rossoblù. 

 Primo Tempo. Prima smanacciata di Cragno che a 3’ dal fischio d’inizio che salva la porta da tiro di Lozano. Al 6’ palla persa da Mario Rui, ne approfitta Joao Pedro sulla destra dell’area e mette in mezzo un cross basso. Fabian allontana. Pressano i campani: Zielinski al tiro dal limite, questa volta sporcato. Para ancora Cragno. Al 13’ ci prova Insigne ma la palla termina a lato. In questa prima frazione del match il Napoli ha già fatto 7 tiri in porta. Al 20’ occasione Cagliari: un cross di Pereiro per Joao, il capitano rossoblù prova di testa, ma non ci arriva. Ottima azione dei sardi. A sbloccare la partita al 25’ è Zielinski: l’attaccante campano spiazza Cragno che nulla può davanti alla potenza del tirodel numero 20 del Napoli. Zielinski non segnava in trasferta in Serie A dal dicembre 2019 contro l’Udinese. Ancora avanti il Napoli: Petagna salta Cragno in uscita ma si allarga troppo sulla destra: palla a rimorchio al limite per Lozano, che però calcia alto. Primo giallo del match per Lykogiannis: il greco manda già l’11 campano Lozano. Un’altra occasione sfumata per il Cagliari al 36’: Simeone corre da solo verso la porta, ma sbaglia mira e il pallone finisce a lato senza impegnare Ospina. Al 38’ il Napoli si fa vedere, confondendo la difesa rossoblù, davanti a Cragno che con un colpo anche di fortuna salva la porta dal secondo gol. Il Cagliari cerca il gol del pareggio, al 42’ Sottil prova a calciare, ma il suo tiro supera la traversa. Manganiello concede un minuto di recupero. Finisce con il Cagliari sotto di un gol il primo tempo alla Sardegna Arena.

Secondo tempo. Si riparte senza cambi. Ammonito Sottil al 52’ che trattiene Di Lorenzo. Di Francesco effettua il suo primo cambio: al 56’ dentro Tramoni e fuori Pereiro. Punizione per il Napoli: calcia Insigne ma la palla supera la traversa. Arriva al 60’ il pareggio del Cagliari: Sottil serve il capitano Joao Pedro che non si fa cogliere impreparato e la mette dentro. La risposta degli ospiti non si fa attendere: Zielinsky prevedibile supera la difesa e come nel primo tempo, batte Cragno. Altro giallo per Lykogiannis, che ammonito anche nel primo tempo è costretto a lasciare il campo. Cagliari in 10 e partita sempre più ardua. Arrva anche un’altra sostituzione per Di Francesco: fuori Sottil e dentro Tripaldelli. Il Napoli cerca il tris al 29’ è Lozano a cercare la porta, ma Cragno frena. Lozano cerca il gol e nella confusione rossoblù lo trova al 74’. Primi cambi anche per Gattuso: fuori Zielinki e Petagna per Elmas e Politano. Cambio anche per Di Francesco che al 83’ sostituisce Joao Pedro e Simeone per Caligara e Pavoletti. Ammonito Caligara da poco in campo che con un intervento di mano regala un rigore agli ospiti: al dischetto si presenta Insigne che non sbaglia. Il Napoli cala il poker alla Sardegna Arena. Gattuso sostituisce Manolas, Mario Rui e Balayoko per Rahamani, Ghoulam e Lobokta. Manganiello non concde neanche un minuto di recupero  e mandatutti negli spogliatoi.

CAGLIARI (4-2-3-1): Cragno; Zappa, Walukiewicz, Ceppitelli, Lykogiannis; Marin, Nandez; Pereiro (56’ Tramoni), Joao Pedro (83’ Caligara), Sottil (68’Tripaldelli); Simeone (83’ Pavoletti). A disposizione: Vicario, Boccia, Pinna, Pisacane, Tripaldelli, Caligara, Oliva, Cerri, Contini, Pavoletti, Tramoni. All. Di Francesco.

NAPOLI (4-2-3-1): Ospina; Di Lorenzo, Maksimovic, Manolas (87’ Rahamani), Mario Rui (87’Ghoulam); Fabian Ruiz, Bakayoko (87’ Lobokta); Lozano, Zielinski (77’ Elmas), Insigne; Petagna (77’ Politano). Meret, Contini, Demme, Elmas, Llorente, Politano, Hysaj, Ghoulam, Rahamani, Cioffi, Lobokta. All. Gattuso.

Arbitro: Manganiello di Pinerolo

Marcatori: Zielinski 25’ 62’, Joao Pedro 60’, Lozano 74’, Insigne 85’,

Ammoniti: Lykogiannis, Sottil, Zielinsky, Caligara,

Espulsi: Lykogiannis

Negli ultimi tempi si è fatto sempre più acceso il dibattito sul rapporto difficile tra amministrazioni locali e organizzatori di festival ed eventi culturali. In molti casi, gli ideatori di progetti culturali hanno denunciato una mancanza di sostegno, che talvolta li ha spinti a spostare le proprie iniziative altrove, alla ricerca di contesti più accoglienti. In altri casi, gli stessi amministratori non si sono presentati agli eventi, non hanno preso parte alle iniziative e sono rimasti distanti dal tessuto culturale che avrebbero dovuto promuovere. Questa distanza istituzionale, oltre a segnalare disinteresse, contribuisce a far sentire i progetti isolati e poco valorizzati.

Per riflettere su questo fenomeno abbiamo chiesto un parere a Giuditta Sireus, manager culturale e direttrice artistica del Club di Jane Austen Sardegna. Le sue parole sono state nette e le riportiamo integralmente:

«Esprimo una preoccupazione sempre più profonda verso quelle comunità che, in modo sistematico o silenzioso, non sostengono i progetti culturali e le iniziative culturali che nascono e crescono nei propri territori, salvo poi vederli riconosciuti, apprezzati e applauditi altrove», ha spiegato Sireus. «Un paradosso ormai diffuso, che colpisce molte realtà: progetti che trovano ascolto e valore lontano da casa, ma restano invisibili, ignorati o ostacolati proprio nei luoghi che dovrebbero esserne il primo nutrimento».

Secondo Sireus, la mancanza di sostegno non è mai neutra. Può assumere forme economiche, morali, istituzionali, ma anche semplicemente manifestarsi come assenza: un silenzio pesante che incide sulla vitalità dei territori e sulla possibilità stessa che la cultura continui a essere un motore di crescita. «La cultura non è un ornamento né un esercizio autoreferenziale — sottolinea —. È crescita collettiva, condivisione, apertura. È uno spazio comune che vive solo se viene attraversato, sostenuto, difeso».

Non sostenere ciò che nasce sul proprio territorio, aggiunge, significa rinunciare a una parte dell’identità collettiva. Ma rivendica anche la scelta della cosiddetta “barrosia”: restare, anche quando il contesto sembra ostile. «Rimanere non per rassegnazione, ma come dichiarazione di esistenza. Restare per continuare a seminare, per chi apprezza, per chi riconosce il valore di ciò che viene proposto. Restare per alimentare un disturbo positivo: accendere dibattito, stimolare confronto, creare possibilità di bellezza».

Un appello diretto, infine, agli amministratori pubblici: «Sostenere la cultura non è un gesto opzionale, né una concessione. È una responsabilità politica. Ogni assenza, ogni mancata partecipazione, è una scelta che produce conseguenze. Quando un progetto culturale viene lasciato solo, non perde solo chi lo porta avanti: perde l’intera comunità».

Le parole di Sireus tracciano un quadro chiaro e urgente: senza un sostegno consapevole e continuo, senza la presenza attiva di chi amministra e governa i territori, i progetti culturali rischiano di fiorire altrove, privando le comunità del proprio capitale creativo. Restare, seminare, sostenere: queste sono le parole chiave per trasformare la cultura in vero motore di crescita collettiva.