“Un anno senza tasse per salvare le imprese”: la proposta forte della Cgia di Mestre

Una proposta forte che costerebbe allo Stato molto, circa 28 miliardi, come quantificato dallo stesso istituto di studi economici di Confartigianato.
Abolire le tasse alle piccole e medie imprese italiane per salvarle da crisi e fallimento. Secondo la Cgia di Mestre questa sarebbe «l’unica possibilità per consentire a queste attività, sfiancate dagli effetti economici negativi legati alla pandemia, di prendere fiato e riprogrammare la ripresa».
Una proposta forte che costerebbe allo Stato molto, circa 28 miliardi, come quantificato dallo stesso istituto di studi economici di Confartigianato.
Un investimento forte per la ripartenza del Paese secondo la Cgia, come ha spiegato il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo: «Escludendo le imposte locali il tax free year italiano costerebbe alle casse dello Stato fino a 28 miliardi di euro. Una cifra spaventosa che, ovviamente, potrebbe essere ridotta consentendo l’azzeramento del peso fiscale solo per le attività con ricavi al di sotto di una certa soglia o sulla base della perdita di fatturato. Anche se il mancato gettito fosse di 28 miliardi di euro, tale importo risulterebbe comunque inferiore agli aiuti erogati direttamente quest’anno al sistema produttivo e che fino ad ora ammontano a circa 30 miliardi. Con il tax free, i piccoli imprenditori sarebbero alleggeriti dal peso di un fisco spesso ingiusto, per un anno vivrebbero con meno ansia, meno stress, più serenità e fiducia. Non solo, ma con 28 miliardi risparmiati metteremmo le basi per far ripartire l’economia del Paese».

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