Università di Cagliari, l’indagine della Corte dei Conti: soddisfazione del rettore Del Zompo e del direttore generale Urru
Soddisfazione è stata espressa questa mattina dai vertici dell’Ateneo per l’indagine svolta dalla Sezione Regionale di controllo per la Sardegna della Corte dei Conti sul sistema di finanziamento e di organizzazione dell’Università di Cagliari.
Soddisfazione è stata espressa questa mattina dai vertici dell’Ateneo per l’indagine svolta dalla Sezione Regionale di controllo per la Sardegna della Corte dei Conti sul sistema di finanziamento e di organizzazione dell’Università di Cagliari (esercizi 2017-2018-2019), al termine dell’adunanza pubblica.
“Abbiamo dato la nostra massima collaborazione – è il commento del Direttore Generale Aldo Urru – anche per avere la possibilità di testare quanto abbiamo fatto finora. Quanto emerso ci sprona al miglioramento continuo delle performance dell’Ateneo, evidenziato anche dall’aumento delle immatricolazioni”.
Anche il Rettore Maria Del Zompo, intervenendo davanti alla Corte, ha sottolineato che “l’indagine è per noi motivo per proseguire nel miglioramento”, e ha poi ricostruito il contesto di riferimento, dalla Legge 240/10 (c.d. Legge Gelmini) ad oggi. “Quella legge a suo tempo venne duramente contestata dagli studenti e dal personale docente e tecnico-amministrativo insieme a moltissimi altri Atenei – ha rimarcato – perché ha innescato una guerra tra poveri, diminuendo le risorse provenienti dal Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) e penalizzando chi è già povero”. Il Magnifico ha ricordato che la richiesta di maggiore equilibrio ed eticità portata avanti in questi anni nelle sedi nazionali ha condotto “ad un parziale riequilibrio, che ha visto l’inserimento di alcuni indicatori come l’insularità e la scarsa densità di popolazione all’interno del sistema di distribuzione delle risorse per gli atenei”
“Il nostro è un sistema organizzativo orientato alla qualità e alla soddisfazione dell’utente – ha spiegato il DG – In questi anni abbiamo avuto diverse occasioni di approfondimento da parte del Ministero delle Finanze, dell’allora Ministero per l’Istruzione, Università e Ricerca, tutte concluse con esito più che positivo. Possiamo vantare anche alcune certificazioni di qualità, come quella dei nostri Servizi per l’Inclusione e l’Apprendimento (SIA). Nella gestione di un sistema molto complesso, molte soluzioni che abbiamo adottato hanno avuto un ritorno positivo”.
“Il sistema del controllo di gestione non era strutturato per scarsità di risorse e di sistemi informativi specifici – ha proseguito il dottor Urru – Abbiamo superato il problema organizzativamente con la creazione di una struttura dedicata e l’adozione di applicazioni e moduli informativi performanti e adattati allo scopo. In generale, anticipando l’introduzione al 2013 delle modifiche previste dalla normativa in particolare la L.240/2010, l’ateneo di Cagliari ha fatto da cavia rispetto all’applicazione della legge. E ci siamo organizzati. I ritorni come vediamo sono stati positivi”.
Quindi un passaggio sulle strategie attuate: “Le nostre politiche su studenti regolari e ricerca iniziano a dare risultati, anche se occorre tempo – ha aggiunto la prof.ssa Del Zompo – Gli studenti regolari erano il 47% nel 2015, mentre oggi sono il 70%: un miglioramento avvenuto in uno scenario di contrazione di risorse e senza aumentare le tasse come hanno fatto molti altri atenei, grazie ai fondi europei e regionali, di cui evidenzio la fondamentale importanza per il nostro Ateneo, attraverso una profonda modifica dell’orientamento. Ora si inizia dalla terza classe delle scuole superiori interagendo con gli studenti, ma anche con i docenti. La collaborazione con il mondo della scuola migliora i risultati sull’orientamento e riduce abbandoni e fuoricorso, anche grazie al prezioso servizio di counseling offerto ai nostri iscritti. Stiamo chiedendo al Ministero di essere valutati in base al miglioramento continuo innescato in questi anni, non in base a parametri astratti”.
Dopo aver ricordato che anche la ricerca risente della non regolarità dei bandi di finanziamento, il Rettore ha ricordato l’attivazione dell’Ufficio Europa (per il supporto ai programmi europei e internazionali in generale): “Consente di presentare nelle sedi competenti progetti validi in grado di attrarre risorse – ha spiegato – E i risultati non tardano: siamo uno dei 10 atenei italiani inseriti nelle alleanze europee tra università, una modalità profondamente innovativa che offrirà ai nostri studenti nuove opportunità”.
Aumenta anche la ricaduta delle attività sul territorio attraverso l’interazione con le imprese.
“Dal 2010 abbiamo perso 400 unità di personale a tempo indeterminato tra docenti e non docenti – ha aggiunto il Direttore Generale – e ciò porta ad una sofferenza nella gestione per far fronte alla quale è in atto una programmazione di recupero compatibilmente con le risorse disponibili. Tuttavia, è da evidenziare che la nostra forza oggi, pur con la contrazione numerica delle risorse, esprime un mix professionale in miglioramento continuo per la gestione delle molteplici attività e, anche grazie alle professionalità presenti, è in grado di contribuire a migliorare ulteriormente le performance registrate finora. In continuità e in miglioramento, nell’ultima governance abbiamo tutti gli indici in crescita: siamo tra gli atenei italiani in cui crescono i nuovi iscritti al primo anno e gli immatricolati. Sui primi dati disponibili relativi a quest’anno accademico 2020/2021 registriamo un +4.5% degli iscritti al primo anno e un 3% degli immatricolati in un contesto di decrescita della popolazione”.
All’adunanza è intervenuto anche Pietro Ciarlo, Prorettore per l’Innovazione e la semplificazione amministrativa. “C’è una difficoltà di ordine generale in tutte le Pubbliche amministrazioni, specie in quelle sanitarie – ha detto il professore – Si registra un atteggiamento difensivo da parte dei dipendenti, quasi una sorta di ‘amministrazione difensiva’. Questo è il problema del futuro, e si inizia a sentire anche nelle università. C’è un discrimine sottile, che segna il passaggio da una mentalità difensiva a vere pratiche omissive. Anche noi talvolta avvertiamo il diffondersi di questa mentalità, ma l’occasione di oggi conferma un dato fortunato per la Sardegna, per Cagliari, per il nostro Ateneo e per la Corte dei Conti: è una logica non difensiva, ma collaborativa, una risorsa importante. L’attitudine comprensibile alla difensiva si può combattere con una logica di reale e leale collaborazione tra le strutture di controllo e le strutture di amministrazione, come quella vista oggi”.
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