Ristoranti e bar verso nuove restrizioni? Gli imprenditori: «Necessario. Ma la colpa è del Governo»

Le parole di baristi e ristoratori sulle voci di un possibile lockdown in Sardegna. Le ultime indiscrezioni hanno reso quella della chiusura totale un'eventualità più remota, ma la preoccupazione resta tanta.
Nel weekend si attende l’ordinanza del presidente della Regione Christian Solinas. Quasi certi di nuove restrizioni sembrano essere bar e ristoranti, già bastonati nel corso della prima ondata di contagi e dopo un lavoro estivo in buona parte in perdita. Per tanti una mazzata che avrà costi non indifferenti, benché per molti sia qualcosa di necessario, vista l’impennata dei numeri dei positivi al Covid-19. Ma per tutti la colpa sembra ricadere sul cattivo lavoro di prevenzione dell’ondata autunnale da parte del Governo e sul mancato sostegno alle attività.
La voce di baristi e pasticceri: «Energie spese per riaprire. E ora?»
Per qualcuno, forse, il ritorno a una situazione simile a quella di marzo sembrava solamente il peggiore degli incubi. Per qualcun altro, invece, qualcosa di inevitabile. «Si deve chiudere, i numeri dei contagi sono altissimi – il commento di Pietro Paolo Locci di Tiffany – in questi mesi la gente è stata menefreghista. Se le cose peggiorano, non lavoriamo più». C’è chi, dall’altra parte, confidava in un lavoro di controllo e prevenzione, soprattutto in quei mesi estiva di relativa tranquillità. «Ho speso energie nella riapertura di maggio – spiega Paolina Rivara del Caffè Genovese – e ora? Mi ritrovo a dover richiudere, con tutte le conseguenze economiche inerenti al personale. I contagi fuori controllo? Colpa della politica e del Governo».
Possibili chiusure? La speranza dalla ristorazione: «Limitazioni sì, ma ci facciano lavorare».
Preoccupazione condivisa dal mondo della ristorazione. Nell’estate appena passata, infatti, c’è stato un difficile lavoro di recupero da parte di un mondo imprenditoriale piegato dalla crisi legata alla pandemia. E non serve scaricare le colpe su terzi. «Una situazione di difficile prevenzione – commenta Maurizio Dedoni di Sa Schironada – ma io ho investito tanto per riaprire e ora mi ritrovo così». Solinas ha annunciato un lockdown di “soli” quindici giorni, ma per gli imprenditori sono un’eternità. E si rischia il tracollo. «Due settimane fermi? Non ce lo possiamo permettere, ci sono spese di personale da affrontare». E allora, quando sembra tutto grigio, ci si affida alla speranza. «Giusto imporre limitazioni. La gente deve essere rassicurata e non terrorizzata. Ma ci facciano lavorare».
La Sardegna in lockdown: «Una mazzata. Ma avevano mesi di tempo per organizzarsi»
Una minaccia, quella di un nuovo lockdown, che da giorni terrorizza il mondo di ristoranti e bar, anche se le ultime indiscrezioni parlano di sole restrizioni e non di una serrata totale. «Una mazzata – il commento secco di Daniela Pirani dell’omonimo bar pasticceria – ma la cosa peggiore è che la politica aveva mesi di tempo per organizzarsi. Fare posti letto e gestire i trasporti, soprattutto con l’apertura delle scuole». Pensiero condiviso anche Maria Ignazia Melis di Tramer, nella piazza Martiri. «La situazione sta precipitando e sono inevitabili queste chiusure. Ma la politica che ha fatto in questi mesi?».

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