Una scena di dolore e abbandono che lascia sgomenti: un cane è stato trovato morto, legato a un albero, senza cibo né acqua, in una zona isolata alle porte di Olbia. A dare l’allarme è stato un passante, ma per l’animale non c’era più nulla da fare. I volontari del rifugio che lo hanno soccorso parlano di una vicenda di “inaccettabile disumanità”.

“Era ridotto pelle e ossa, abbandonato come un oggetto inutile. È morto nel silenzio, senza che nessuno ascoltasse il suo dolore”, racconta con commozione Cosetta Prontu, responsabile del rifugio I Fratelli Minori di Olbia. “Chi compie gesti simili non può restare impunito. Serve giustizia, non possiamo più tollerare tanta crudeltà.”
L’episodio ha sollevato profonda indignazione nella comunità e tra gli attivisti per i diritti degli animali. “Siamo stanchi di piangere creature innocenti – aggiunge un altro volontario –. Serve una risposta concreta da parte delle istituzioni: pene severe e applicate con rigore. Non possiamo accettare che questi atti vengano archiviati come episodi minori.”

L’appello lanciato dal rifugio è chiaro: fare luce su quanto accaduto e risalire ai responsabili. “Questa morte assurda non può passare sotto silenzio – insistono –. Vogliamo che chi ha fatto questo venga identificato e perseguito come merita.”
I volontari chiedono inoltre una maggiore attenzione alla prevenzione, a partire dalla sensibilizzazione pubblica: “Finché continueremo a considerare gli animali come oggetti – concludono – queste tragedie si ripeteranno. Servono educazione, controlli e leggi più efficaci.”
L’episodio è ora al vaglio delle autorità competenti, che hanno aperto un’indagine. Intanto, il rifugio invita cittadini e istituzioni a non restare indifferenti. Perché ogni gesto di crudeltà, se non fermato, rischia di diventare abitudine.
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