(VIDEO) La Polizia ricorda Emanuela Loi e gli altri agenti uccisi dalla mafia

«Gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini».
Tre note soltanto, con un significato importante: rendere onore ad Antonio, Vito, Rocco, Agostino, Emanuela, Vincenzo, Walter e Claudio. Sono gli agenti uccisi dalla mafia, insieme a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Paolo Borsellino, perché difendevano i valori di giustizia, legalità e libertà che animano le donne e gli uomini della Polizia di Stato.
«Oggi le nostre note suonano per ricordare, per fare memoria delle poliziotte e dei poliziotti che hanno dedicato la vita al servizio del Paese. Un pensiero che ritorna e nel silenzio diventa assordante» si legge nel comunicato stampa della Polizia.
«Il Sacrario della nostra famiglia, la Polizia di Stato, la Casa che custodisce e tramanda i nostri valori. Attorno a noi i nomi delle donne e degli uomini che hanno servito le nostre comunità con coraggio e umanità. Ogni 23 maggio il nostro cuore torna a Capaci e Via D’Amelio. Si rinnova il dolore per la perdita, ma anche la forza del loro esempio. Gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini».
#23maggioRicordiamo con le note del Silenzio chi ha servito il nostro Paese con coraggio, sacrificando la vita per il…
Gepostet von Polizia di Stato am Freitag, 22. Mai 2020
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Accadde Oggi: 23 maggio 1992, la strage di Capaci: Falcone assassinato dalla mafia

Ogni anno, il 23 maggio, si svolgono diverse manifestazioni per ricordare la morte del magistrato Falcone, della moglie e della scorta nella strage di Capaci.
Strage di Capaci, 23 maggio 1992. Sono passati 27 anni dall’attentato ricordato con il nome di “Strage di Capaci”, in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Giovanni Falcone era nato a Palermo il 18 maggio 1939, è stato un magistrato molto attivo nella lotta contro la mafia ed è considerato un eroe insieme all’amico e collega Paolo Borsellino, che è stato ucciso pochi mesi dopo nella Strage di via D’Amelio a Palermo, avvenuta il 19 luglio 1992.
Il 23 maggio 1992, il giudice Falcone stava tornando a casa da Roma, come faceva solitamente nel fine settimana, insieme alla moglie Francesca. Partito da Ciampino con un jet di servizio intorno alle 16:45, atterra all’aeroporto Punta Raisi di Palermo dopo un volo di 53 minuti. Qui trova ad attenderlo 3 Fiat Croma blindate con la scorta. Falcone si mette alla guida della Croma bianca. In macchina con lui ci sono la moglie e l’autista giudiziario Giuseppe Costanza. La macchina di Falcone è preceduta da una Croma marrone, con gli agenti Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo, e seguita da una Croma azzurra con gli agenti Paolo Capuzzo, Gaspare Cervello e Angelo Corbo.
La macchina di Falcone si schianta contro il muro di cemento e detriti causati dallo scoppio. Il Giudice Falcone muore durante il trasporto in ospedale a causa del trauma cranico, causato dall’impatto contro il parabrezza, e da varie lesioni interne. La moglie Francesca muore invece in ospedale la sera alle 22:00. L’agente Costanza, che si trovava nella macchina con il giudice, rimane illeso. Gli agenti della terza automobile rimangono feriti, ma non sono in pericolo di vita. Il 25 maggio 1992 si svolgono a Palermo i funerali delle vittime.

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