Parrucchieri, negozi, bar: nel giorno della riapertura, tanto entusiasmo e speranza

Il ritorno graduale alla normalità comincia ufficialmente oggi: dopo due mesi, si torna a farsi tagliare i capelli, farsi fare la prima piega, a prendere il caffè o la brioche al banco o seduti al tavolino del bar. Per i titolari delle attività oggi si è voltata pagina (la più brutta degli ultimi anni) e si comincia un nuovo capitolo ricco di speranze.
Il ritorno graduale alla normalità comincia ufficialmente oggi: dopo due mesi, si torna a farsi tagliare i capelli, farsi fare la prima piega, a prendere il caffè o la brioche al banco o seduti al tavolino del bar. Per titolari delle attività e clienti, oggi si è girata la pagina più brutta degli ultimi anni e si comincia un nuovo capitolo ricco di speranze.
È una Villanova piovosa quella di stamattina, ma nel quartiere del centro storico cagliaritano, nonostante qualcuno sia rimasto chiuso, la maggior parte delle attività ha riaperto. Mentre si sollevava la serranda, il sentimento comune è stata la felicità e anche un po’ di commozione. Donatella, parrucchiera proprietaria del salone “Hair Style Donatella” in via San Giovanni a Cagliari, racconta di aver provato «tanta felicità e una grande emozione. Non vedevo l’ora di tornare a servire le mie clienti. Io sono ottimista, bisogna per forza di cose esserlo, non si può fare altrimenti, certamente bisogna avere molta pazienza che le cose tornino come prima». Mascherina e guanti, Donatella accoglie una signora che aveva preso appuntamento. All’ingresso tutti gli accorgimenti previsti dalle linee guida di Inail e Istituto superiore di sanità.
Anche al Caffé Letterario di via Manno c’è cauto ottimismo: «C’è poca gente in giro per via della pioggia – osserva Anselmo Paganesi, il proprietario – Ma sono già venuti alcuni dei nostri clienti abituali, su questo non posso lamentarmi. Però alcuni aspetti delle linee guida non sono chiari: ad esempio, devo per forza servire il caffè in tazzine monouso o posso farlo anche usando quelle in ceramica, visto che le laviamo in lavastoviglie? Devo misurare la temperatura a chi entra? Su questo e su altri aspetti non c’è chiarezza. Ritengo che queste linee guida siano un po’ troppo restrittive. E siccome c’è molta confusione, ho il timore che possa esserci un controllo e che possa incappare in qualche multa perché magari c’è un piccolo dettaglio non in regola di cui non sapevo nulla. Per il resto mi sto attenendo perfettamente a tutte le misure previste». Dunque gel igienizzante per le mani a disposizione di tutti, nastri adesivi per terra per delimitare la distanza di un metro tra una persona e l’altra, sanificazione continua e ovviamente obbligo di ingresso con mascherina. E poi, due tavolini attaccati per consentire il rispetto della distanza di un metro tra un cliente e l’altro che si siede a consumare. «Ovvio che abbiamo ridotto i posti a sedere: se prima erano trenta, ora sono una dozzina. C’è anche il problema della mancanza dei turisti, con i quali lavoravamo molto. Vedremo come andrà la stagione».
Manuela Cardia, referente e dipendente di “Le caramelle dei pirati”, negozio di dolciumi e caramelle in via Manno, sorride da dietro la mascherina e non cela il suo ottimismo: «Sì, siamo fiduciosi, dobbiamo esserlo, quando abbiamo riaperto stamattina eravamo entusiasti. Siamo pieni di forza di volontà per affrontare quella che comunque sarà una stagione quasi compromessa, visto che i turisti saranno pochi. Occorre ricordare che i commercianti sono quelli che tengono in piedi l’economia e lo Stato non deve mettere freni con la burocrazia».
La gioielleria Cilloco, in via Manno, è aperta già da sabato e anche lì la parola d’ordine è ottimismo: «Si vive giorno per giorno, sono fiducioso – dice Marco Cilloco, il proprietario – Alla fine per noi non cambia nulla, i clienti vengono come prima, l’unica differenza è l’ingresso contingentato, le mascherine, i guanti e il disinfettante che chi entra deve mettersi nelle mani».
Anche Ignazia Melis, moglie di Alessandro Olianas, proprietario della storica Caffetteria Tramer, non nasconde l’entusiasmo: «La prima cosa che abbiamo provato quando abbiamo sollevato la serranda è stato un misto di dubbi, speranza e coraggio. I clienti ci stanno vicino, ci danno la forza di affrontare al meglio questo periodo». E mentre parliamo entra una cliente e ordina un caffè al banco.
Tutti i locali che abbiamo visitato stamattina seguono rigorosamente le linee guida. Se oggi c’era poca gente per via della pioggia, appena uscirà il sole e con i negozi finalmente aperti, si respirerà l’aria di normalità tanto desiderata in questi ultimi due mesi. Sempre nel rispetto delle distanze e delle misure di sicurezza, che tutti dovremo osservare per tenere lontano il virus.

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