Cagliari festeggia la signora Rina Arbus: 100 anni d’eleganza e sorrisi

Sarta meticolosa e ottima cuoca, Rina Arbus è nata a Cagliari l'11 maggio 1920 quando il Paese cercava di uscire dalla pandemia della Spagnola, ma niente le ha mai fatto perdere la fiducia, il sorriso e la fede
L’emergenza Coronavirus non ha rovinato un compleanno così particolare per i cento anni compiuti dalla signora Rina Arbus che, seppure solo con i parenti più stretti, ha potuto passare una giornata di gioia per il traguardo raggiunto oggi, lunedì 11 maggio 2020. E alla festa non è voluto mancare il Comune di Cagliari che ha partecipato con il Presidente del Consiglio Comunale, Edoardo Tocco, andato personalmente a fare gli auguri alla nuova centenaria del capoluogo sardo.
Sarta meticolosa e ottima cuoca, Rina Arbus è nata a Cagliari l’11 maggio 1920 quando il Paese cercava di uscire dalla pandemia della Spagnola. Ha fatto in tempo a conoscere un’altra grave piaga che ha colpito l’intero mondo ma questo, così come quando ha visto da vicino gli effetti della Seconda Guerra Mondiale, non le ha mai fatto perdere la fiducia, il sorriso e la fede. Le sue giornate trascorrono veloci tra qualche preghiera, alcune letture e un po’ di tv, seguita sempre da vicino dalla figlia Vanna e dalle due nipoti, Claudia ed Erika.
Edoardo Tocco ha portato in dono una pergamena e una medaglia celebrativa con lo stemma del Comune di Cagliari che sono stati graditi dalla signora Rina e subito custoditi tra i ricordi di una lunghissima vita, prima che si procedesse al taglio della grande torta raffigurante il numero 100.

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Caritas di Cagliari, inaugurazione di un nuovo centro di accoglienza per i senza dimora

In questo lunghissimo periodo di crisi economica che sta interessando il territorio sardo e la città di Cagliari, il fenomeno della povertà estrema è aumentato in maniera esponenziale, facendo precipitare un numero considerevole di persone e di famiglie in una situazione di grave disagio che acuisce il fenomeno della sofferenza abitativa
Mercoledì 13 maggio alle ore 10 in via Ospedale, a Cagliari, alla presenza dell’arcivescovo monsignor Giuseppe Baturi, sarà inaugurato il nuovo servizio di accoglienza per senza dimora, promosso dalla Diocesi attraverso il suo ufficio di Pastorale della Carità e gestito dalla Caritas San Saturnino Fondazione Onlus, suo braccio operativo. Ancora di più in questo momento di emergenza sanitaria, l’opera è segno tangibile della volontà da parte della Diocesi di tutelare e di prendersi cura delle persone più vulnerabili che si trovano ai margini della società.
Le parole di Papa Francesco “Reintegrare chi è emarginato, tendere la mano a chi è lontano, sostenere chi è scartato perché non ha mezzi e denaro, aiutare chi è vittima di intolleranza e discriminazione” (Udienza del Papa alla delegazione del centro Wiesenthal 20/01/2020), sono la cornice nella quale si muove l’operare della Caritas per migliorare il sistema integrato di contrasto al disagio e alle povertà, presenti nell’area metropolitana, in termini di accoglienza, di offerta di servizi e di inclusione sociale. In questo lunghissimo periodo di crisi economica che sta interessando il territorio sardo e la città di Cagliari, il fenomeno della povertà estrema è aumentato in maniera esponenziale, facendo precipitare un numero considerevole di persone e di famiglie in una situazione di grave disagio che acuisce il fenomeno della sofferenza abitativa; ecco perché con questo nuovo servizio si vuole creare un punto di accoglienza diurna e notturna a bassa soglia, per provare a offrire una risposta a questa drammatica necessità.
«Nell’attuale contesto di criticità e di impoverimento collettivo, fatto di precarietà e incertezza sul futuro e molta preoccupazione sul presente – commenta il direttore della Caritas diocesana don Marco Lai – in stretta sinergia con le istituzioni locali, ci siamo impegnati per rafforzare ulteriormente l’attenzione verso le persone più fragili. La chiesa in Italia riecheggiando le parole di Papa Francesco nelle ultime settimane ha insistito sulla necessità di non lasciare indietro nessuno, in uno spirito di Carità cristiana e contenimento dell’emergenza sanitaria».

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