Lo sapevate? Nel ‘700 ad Alghero 8mila barche pescavano corallo, ma pochissime erano sarde
Tra il 1721 e il 1755 in Sardegna 10mila imbarcazioni praticavano la pesca del corallo, di queste 8mila facevano capo al porto di Alghero, ma solo una piccolissima parte dei corallari era sarda e i metodi di pesca dell'epoca erano devastanti per l'ecosistema
Secondo i calcoli dei funzionari sabaudi, che dai corallari riscuotevano una percentuale del corallo raccolto, intorno alla metà del Settecento ogni stagione venivano raccolti complessivamente oltre 73mila chili di corallo. La pesca durava circa cinque mesi, concentrata soprattutto in luglio, agosto, settembre, periodo in cui, escluse le festività, si lavorava per un totale di circa sessanta giorni.
Sin dalla fine del Seicento, però, la pesca al corallo era pressoché totalmente nelle mani di corallari non sardi in gran parte, come scrive Giuseppe Doneddu nel suo saggio “La Pesca del corallo tra alti profitti e progetti inattuati” di provenienza campana, e l’unico vantaggio per l’Isola era l’introito veramente modesto dei diritti per il Regio Patrimonio e per le città, il clero ed i funzionari di Alghero, Bosa e Castelsardo cui tradizionalmente le barche facevano capo.
I metodi di pesca erano terribilmente aggressivi per l’ecosistema e in particolare per la conservazione e riproduzione stessa del delicatissimo corallo tanto che nonostante all’epoca non ci fosse certo una grande sensibilità per l’ambiente, la preoccupazione che il corallo sparisse nel giro di poco tempo, spinse l’Accademia di Marsiglia a bandire un concorso per premiare chi fosse riuscito a ideare un sistema di pesca meno dannoso e più selettivo.
L’attrezzo che si usava tradizionalmente era una grande croce di legno con al centro agganciata una palla di piombo che permetteva allo strumento di inabissarsi rapidamente. La croce era manovrata durante la pesca da una grossa corda. A ogni braccio della croce era fissata una rete che impigliava il corallo strappandolo via. In alcune zone della Sardegna veniva utilizzato un sistema simile di probabile origine catalana, munita alle quattro estremità di cerchi di ferro dentato.
Ad Alghero centro sardo più importante della raccolta del corallo fu istituita anche la Caixa del coral, la cassa del corallo, una sorta di fondo pensionistico che doveva servire per far vivere i corallari anziani, ma spesso i fondi venivano utilizzati per alcune esigenze cittadine in senso stretto, come per esempio l’acquisto di grano in caso di necessità o la manutenzione della Cattedrale cittadina.
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