Cagliari: ispezioni nella ristorazione, quanti sono in regola? Quali sono le violazioni?
Nel 2019 ci sono stati 5500 controlli, tra Nas, Asl e Polizia Municipale, a tutela del consumatore, ma anche a tutela degli esercenti attenti e onesti. La legge però è complessa e non è semplicissimo destreggiarsi tra le mille regole. Ma quante irregolarità sono state riscontrate? Confcommercio ha presentato un Vademecum Ispezioni dedicato agli esercenti e ha fornito i dati relativi alle ispezioni dell'anno scorso. Nell'articolo tutti i numeri
I Nas di Cagliari nel 2019 hanno effettuato 1469 ispezioni, sequestrato 22.476 confezioni tra acque e bibite, alimenti dietetici, carni ed allevamenti, farine, pane e pasta, farmaci, latte e derivati, oli e grassi, prodotti fitosanitari, ittici, ristorazione e vini e alcolici.
La Polizia Municipale del capoluogo di regione lo scorso anno ha effettuato 577 controlli: si sono contati 84 verbali amministrativi per la violazione di leggi regionali e statali, mentre 79 per l’occupazione abusiva di suolo pubblico attività difformi, 14 quelle per assenza di autorizzazione delle autorità competenti, mentre sono state 137 le ispezioni effettuate con altre forze di polizia. La Asl a Cagliari nel 2019 ha effettuato 3.454 ispezioni: in 216 casi si sono riscontrate irregolarità.
Tra i principali campi di contestazione ci sono: la documentazione autorizzativa, piano d’autocontrollo, formazione del personale, requisiti minimi strutturali, stato igienico e manutenzione dei locali, tracciabilità, modalità di conservazione degli alimenti, igiene del vestiario e procedurale degli operatori, menù e gestione degli allergeni.
Questi controlli sono finalizzati a garantire i consumatori. Ma anche a garantire gli esercenti in regola, rispetto a quelli abusivi o a quelli che non si attengono alle leggi. Il problema però è che la legge in questo caso è complicata e spesso gli esercenti incorrono in sanzioni o segnalazioni, per avere in buona fede omesso determinate azioni o per non averne compiute altre obbligatorie.
Per questo oggi nella sede di via Santa Gilla a Cagliari il Roadshow di Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) Confcommercio ha presentato “Vademecum Ispezioni – Le ispezioni nei pubblici esercizi: tutto ciò che devi sapere!”. La guida individua quali sono i comportamenti corretti da tenere (prima e durante un’ispezione) per evitare di incorrere in sanzioni, soffermandosi su doveri, ma anche sui diritti dei titolari dei locali che vengono controllati.
«Ci troviamo di fronte a un sistema farraginoso di regole – ha affermato il presidente di Confcommercio Sud Sardegna e consigliere nazionale Fipe, Alberto Bertolotti – per questo organizziamo iniziative come queste che mettono insieme nella stessa stanza gli imprenditori e i deputati al controllo, con il fine di riconoscersi gli uni con gli altri e arrivare a una sempre maggiore collaborazione, utile all’economia del territorio. Il vademecum rende più facile e consapevole l’attività delle nostre imprese e soprattutto ne sottolinea i doveri e anche i diritti».
L’autorità sanitaria può avviare in qualsiasi momento un’ispezione sanitaria e non è tenuta ad avvertire l’esercente. Gli ispettori devono tenere un comportamento etico, imparziale, professionale, libero da qualsiasi conflitto d’interesse, e mostrare il tesserino di riconoscimento. A seguito dei controlli l’autorità competente ha l’obbligo di rilasciare il verbale dell’attività realizzata (anche se non si rilevano difformità).
Quando si rilevano non conformità, se le irregolarità sono lievi, l’autorità potrà prescrivere un termine entro cui dovrà essere effettuato l’adeguamento ai requisiti minimi richiesti, e quindi entro il termine l’operatore potrà porre rimedio alle difformità rilevate. Se invece l’infrazione viene considerata grave, e quindi con un potenziale rischio per la salute dei consumatori, l’autorità può procedere al sequestro delle merci ed eventualmente anche dei locali.
Il sequestro deve essere compilato, motivato e circostanziato con un processo verbale. Può essere ordinata anche la chiusura temporanea (fino a 6 mesi) o quella definitiva (provvedimento adottato con particolare riguardo allo stato di pericolo per la salute pubblica derivante dalla non igienicità delle operazioni di lavorazione o condizione delle sostanze).
Dai dati emerge che la percentuale di irregolarità è ancora alta, in particolare dal punto di vista del lavoro nero. Come ha spiegato il presidente di Confcommercio, c’è ancora da lavorare per migliorare e ridurre al minimo le irregolarità. L’obiettivo di questo incontro, al quale hanno partecipato rappresentanti dell’Ispettorato del lavoro, dei Nas, della Asl e della Polizia Municipale di diversi comuni del Sud Sardegna, era proprio quello di fornire agli esercenti gli strumenti per superare positivamente i controlli ed essere sempre in regola. Ad avvantaggiarsi di un sistema rispettoso della legge non sono solo i consumatori, ma tutto il sistema economico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA