Dal “cavallo completo” al “wurstel e cipolle”: ode al panino del “caddozzone”, una bontà tutta cagliaritana
Tra le richieste più strane quella di un cliente che ha voluto insieme “cavallo, salsiccia e tonno”. Ma l'abbinamento perfetto, dicono gli esperti, è quello con la birra, meglio se nostrana. Tutti adorano il "caddozzo" e non si potrebbe immaginare Cagliari senza. Chi di voi, almeno una volta, non l’ha mangiato nelle ore più assurde della notte o del giorno? Vistanet ha fatto per voi un viaggio nei templi dello street food cagliaritano sul lungomare Poetto
Chiamatelo pure “caddozzone” (caddozzo in sardo significa “sporco”), non si offenderà di certo. Così come non si offendono coloro che ogni giorno ne vendono a centinaia nei vari punti della città. Il celebre panino preparato nei furgoncini al Poetto, in viale Europa, in via Dante di fronte ai campi sportivi Ossigeno o in occasione dei concerti o delle manifestazioni cittadine, da decenni a Cagliari è ormai senza dubbio un’istituzione. E non c’è sushi o ristorante alla moda che tenga: di fronte alla sua semplicità e bontà tutti cedono.
Fra mito e leggenda, la nascita di questi panini risale agli anni ’70 quando Raimondo Pani, meglio noto con il soprannome di Baffo per i suoi vistosi e inconfondibili baffi neri, insieme alla moglie Marinella (morta a 65 anni alcuni anni fa), aprì la sua paninoteca su strada sul Lungomare Poetto di Cagliari, vendendo panini caldi con salsiccia o wurstel. Dopo più di quarant’anni, i venditori di questi panini sono quadruplicati e nello stesso punto in cui Raimondo aprì il primo “caddozzone”, oggi è la figlia Margherita a portare avanti l’attività di famiglia.
Raimondo Pani ha iniziato con i panini classici salsiccia e cipolla e wurstel e cipolla. Negli anni ’90 poi gli venne in mente di proporre quello che, dopo i classici, diventerà immediatamente il panino più richiesto: carne di cavallo e melanzane grigliate. Il successo di questo panino ha fatto sì che prendesse addirittura il nome del suo stesso inventore, “Baffo” appunto. «Noi lo mangiavamo così a casa e a mio padre venne in mente di proporlo anche ai clienti» racconta Margherita.
La preparazione del “panino del caddozzo” richiede pochi minuti. La carne viene cotta in una piastra calda dove vengono scaldati gli altri ingredienti come la cipolla, che viene cotta prima, le melanzane grigliate, ecc. Accanto sempre nella piastra viene scaldato il tipico panino allungato, tagliato a metà, che verrà poi farcito con la carne, le verdure e le salse. Come per tutte le ricette nate in famiglia, c’è sempre la variante “a piacere” del cliente. Tra le richieste più strane, ad esempio, c’è stata quella di un cliente che ha voluto insieme “cavallo, salsiccia e tonno”. Ma l’abbinamento perfetto, dicono gli esperti, è quello con la birra, meglio se nostrana.
Il segreto della sua bontà? «La carne fresca e poi tanta esperienza: li abbiamo sempre fatti» commenta Margherita. E poi ci sono i prezzi competitivi. «I turisti si meravigliano del prezzo, per loro molto basso, perché dicono che in altre città italiane dei panini simili a questi sono molto più cari. Noi lavoriamo tutto l’anno, 24 ore su 24 – prosegue – e vogliamo continuare a proporre ai clienti questi prodotti e questi prezzi». E le vendite lo consentono, se si pensa che nei fine settimana la paninoteca di Baffo prepara e vende in media 300 kg di pane.
Un successo che supera tempo e spazio. Tra coloro che lo apprezzano, infatti, non ci sono solo i cagliaritani di ogni età. Da un po’ di tempo a questa parte sono sempre più numerosi i turisti che vengono apposta a cercare il “panino del caddozzo”. «Ne sentono parlare, o lo leggono su internet, e vengono qui a colpo sicuro – racconta Margherita -. Anche gli stranieri lo apprezzano molto».
Immaginare Cagliari senza di lui? Impossibile. «Senza questo panino Cagliari non sarebbe la stessa città, è un vero e proprio punto di riferimento» scherza Margherita.
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