Eccezionali alleate del nostro organismo (come tutto il pesce azzurro), economiche ed estremamente versatili in cucina, ma soprattutto famose in tutto il mondo (e ultimamente in Italia ancora di più): stiamo parlando delle sardine, un pesce considerato “povero”, ma ricco di storia e benefici. Pochi sanno però che non è un caso che il loro nome assomigli così tanto al nome dell’isola in cui viviamo.
Secondo diversi studiosi, infatti, sarebbero da attribuire nientemeno che a uno dei padri della filosofia occidentale, il greco Aristotele, i racconti secondo cui esisterebbe una correlazione tra le sardine e la Sardegna.
Secondo questi studi, Aristotele farebbe ricondurre il nome di questo pesce al fatto che proprio i sardi, nell’antichità, furono i primi a commerciarlo, vendendolo sotto sale a tutti i popoli del bacino del Mar Mediterraneo.
Lo sapevate? L’unico castello medievale integro della Sardegna è quello di Sanluri (PHOTOGALLERY)
La fortezza presenta una struttura a pianta quadrangolare di tre piani con quattro torri angolari merlate da mura alte 12 metri. Gli ambienti visitabili sono di vario tipo. È possibile infatti entrare nello studio del Conte Nino Villa Santa, nelle Sale Gondi, e nella stanza della caccia e in quella delle Regine, la più emozionante, finemente ammobiliata con arredi rinascimentali.
Sono tanti i castelli medievali sparsi in giro per la Sardegna, se ne contano esattamente 88, ma non tutti sanno che attualmente l’unica struttura medievale integra e completamente visitabile è il Castello di Sanluri. Chiamato anche Castello di Eleonora d’Arborea, dista 50 km da Cagliari e fu per anni la roccaforte di controllo del confine fra il Giudicato di Cagliari e il Giudicato d’Arborea.
Il castello, un edificio fortificato d’età giudicale ad uso militare, è oggi un polo museale ancora integro e affascinante come un tempo. La storia racconta che il primo impianto avvenne nel XII secolo, in età giudicale. Si narra che Pietro d’Aragona, esattamente nel 1355, ne volle la fortificazione durata soli 27 giorni e 27 notti, durante i quali uomini e donne lavorarono senza sosta per portare a termine i lavori nel più breve tempo possibile, dal 27 luglio al 23 agosto.
In seguito alla battaglia di Sanluri del 30 giugno 1409, “Sa Battalla”, dopo essere stato sfondo dello scontro fra Arborensi e Spagnoli, perse ogni ruolo e significato militare, diventando una “semplice” dimora. Passò infatti nelle mani di diversi proprietari, quelle della famiglia De Sena, Henriquez, Aymerich di Laconi e infine dal 1920 dei Conti Villa Santa. Fu proprio il Conte Nino Villa Santa a intraprendere un minuzioso restauro che rese il Castello visitabile e ne fece un polo museale, adibito a abitazione-museo.
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Il Castello di Sanluri10
La fortezza presenta una struttura a pianta quadrangolare di tre piani con quattro torri angolari merlate da mura alte 12 metri. Gli ambienti visitabili sono di vario tipo. È possibile infatti entrare nello studio del Conte Nino Villa Santa, nelle Sale Gondi, e nella stanza della caccia e in quella delle Regine, la più emozionante, finemente ammobiliata con arredi rinascimentali.
Notevole è anche il Salone Milizie, ideato in onore dei sardi caduti nella Grande Guerra, dove è presente una collezione di armi, armature e bandiere donata a Emanuele Filiberto di Savoia, fra cui il Tricolore della Vittoria che venne sventolato a Trieste nel 1918 dal bersagliere di Monserrato Lorenzo Putzu.
All’interno si trovano, infatti, quattro ambienti museali, due dei quali dedicati a cimeli e documenti di Guerre Mondiali e Campagne d’Africa, nei quali troviamo addirittura il carteggio fra il Conte Villa Santa e il suo corrispondente Gabriele D’Annunzio. Gli altri due sono una ricca esposizione di 400 opere di cera e il polo feudale, dedicato a arredi, sculture e dipinti datati XVI/XIX secolo.
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