Era finito agli arresti domiciliari nei giorni scorsi per detenzione ai fini di spaccio di 800 grammi di hashish. Poi, grazie alle immagini del sistema di videosorveglianza della sua villetta in località Sant’Uliano, Quartu Sant’Elena, i carabinieri del Nucleo investigativo di Cagliari hanno scoperto movimenti strani dei due cani dell’uomo attorno nel terreno della sua abitazione e si sono insospettiti.

Giovan Battista Pinna, 34enne cagliaritano, è stato nuovamente arrestato ieri mattina. I militari, con l’aiuto di un escavatore e dei cani antidroga, dopo ore di ricerche rese difficili dal maltempo, hanno trovato un involucro contenente 1,3 chili di cocaina purissima a mezzo metro di profondità all’interno di una serra del suo terreno.

Se immessa sul mercato tagliata, avrebbe fruttato fino a 200 mila euro. Si ipotizza che la cocaina provenisse dalla Spagna o dal Sud America. L’uomo percepiva anche il reddito di cittadinanza.

Era il leader del gruppo criminale che dal 2013 al 2015 aveva terrorizzato Elmas mettendo a segno ben nove rapine e furti con metodo violento, stile “Arancia Meccanica”, anche ai danni di anziani, una delle quali ultranovantenne. Tutte le vittime erano state picchiate e immobilizzate durante le rapine. Una delle vittime, un pastore settantenne, era stato addirittura colpito con uno storditore elettrico

All’alba di ieri è finita la latitanza di Andrea Carboni, 25 anni di Elmas. I carabinieri, con l’ausilio dei Cacciatori di Sardegna, l’hanno arrestato a casa della sua compagna. Era ricercato da settembre, quando era stata emessa la sentenza di condanna nei suoi confronti e in quella dei suoi quattro complici. A differenza di questi ultimi, Carboni aveva fatto subito perdere le proprie tracce dandosi alla fuga.

Si era rifugiato in Spagna, nei pressi di Siviglia, dove faceva la bella vita sotto falso nome, vantandosene su Facebook, sul cui profilo usava il nome spagnolo di Miguel Hernandez Heredia. È tornato in Sardegna a novembre ed era ospite a casa della compagna, denunciata a sua volta per favoreggiamento della latitanza.

Le accuse a suo carico sono rapina pluriaggravata, furto aggravato, lesioni personali gravi, incendio, ricettazione, danneggiamento a seguito di incendio, porto e detenzione di armi comuni da sparo. Fu arrestato insieme ai suoi complici all’epoca dei fatti ma poi scarcerato. Ora si trova a Uta e dovrà scontare sei anni e nove mesi.