Il sindaco Massimo Cannas, a nome dell’Amministrazione Comunale e dell’intera comunità, esprime piena solidarietà al Comandante della stazione dei carabinieri di Tortolì, il maresciallo Marcello Cangelosi, a seguito dell’atto incendiario avvenuto questa notte ai danni della sua vettura. Ne dà notizia l’Amministrazione con un comunicato stampa.

«Ferma è la condanna per il gravissimo episodio ai danni di un uomo di Stato, in servizio da tanti anni nella nostra città, dove ha intessuto rapporti di stima con tutti, assicurando legalità e sicurezza nel nostro territorio, conquistando la fiducia dei nostri concittadini – ha detto Cannas -. Sempre a disposizione in particolare delle fasce più deboli della popolazione e dei giovani. Al Maresciallo Cangelosi e alla sua famiglia tutta la vicinanza e il rammarico per questo atto inqualificabile e inspiegabile, così lontano dai sani principi che regolano la nostra comunità. Grande amarezza per un altro grave episodio perpetrato nella notte ai danni dell’auto di un imprenditore a cui va tutta la vicinanza e la solidarietà degli amministratori».

«Su questi gravi fatti si discuterà nel prossimo consiglio comunale» ha concluso il primo cittadino. 

Secondo la tradizione sarda ( ma non solo) il pane messo al contrario sul tavolo da imbandire è portatore di disgrazia e comunica mancanza di rispetto nei confronti degli altri commensali. Sicuramente i vostri nonni, almeno una volta, vi avranno sgridati nel vedervelo fare, ma forse non vi hanno mai spiegato il perchè tenevano al fatto che il pane venisse messo in tavola nel verso giusto.

Le spiegazioni sono varie e affondano le radici nell’antichità.

La prima, quella che tutti probabilmente conoscono, è legata alla religione. Il pane da sempre simboleggia il corpo di Cristo e chiaramente non è cosa bella e gradita che lo si presenti capovolto.

Ma esiste un’altra spiegazione, storica, che affonda le radici nel Medio Evo e che dalla Francia, di bocca in bocca, potrebbe essere arrivata in Italia e poi in Sardegna.  Nel Quattrocento, infatti, quando purtroppo era molto in voga la pena di morte, i fornai del regno avevano una sorta di “codice” tra loro.

Il pane è sempre stato visto, come dicevamo, alla stregua di un alimento sacro e quando i fornai erano costretti a venderlo ai boia che tanto disprezzavano, lo facevano preparandolo di bassissima qualità e porgendolo capovolto agli aguzzini. Si dice che fu per questo che il monarca Carlo VII escogitò la soluzione di far lavorare i boia incappucciati, così da non essere riconosciuti.