Il Cagliari sogna e lo fa in grande e se prima la parte alta della classifica era solo un desiderio, oggi diventa un’ambizione. Dopo la prestazione esaltate alla Sardegna Arena di domenica scorsa, il popolo rossoblù gioisce e ricorda con un sentimento di nostalgia misto a speranza gli altri match in cui la compagine beniamina si è giocata la cinquina.

Oggi sono sette le partite in cui il Cagliari, da quando disputa nel campionato di massima serie, ha segnato 5 gol. Solo una volta riuscì a superare questo record: era il 1968 e Gigi Riva con una tripletta e il contributo di Boninsegna, Greatti e Brugnera annientò il Varese in trasferta per 6 a 1.

La prima risale alla stagione 1975/76, quando il Cagliari allenato da Mario Tiddia nella 23^ giornata batté la Sampdoria per 5 a 3. Era il 28 marzo del 1976: tripletta di Gigi Piras, seguito da Quagliozzi e Virdis.

Nel campionato 1992/93 il Cagliari di Carlo Mazzone nella 14^ giornata del girone di ritorno incontra in trasferta il Torino e vince per 5-0. Padroni di casa sovrastati da Firicano, dalla doppietta di Francescoli, Pusceddu e Oliveira.

Qualche anno dopo toccò nuovamente alla Sampdoria subire un 5-0 secco. Era la stagione 1998/99, terza giornata di campionato giocata al Sant’Elia, il Cagliari di Ventura asfaltò i liguri grazie alla doppietta di Kallon e ai gol Muzzi, Vasari e Berretta.

Nello stesso campionato i rossoblù si ripeterono contro l’Empoli di Orrico, vincendo al Sant’Elia per 5 a 1. Era il 21 marzo e oltre 20.000 tifosi assistettero alla disfatta dei toscani. Ad aprire le danze fu uno scatenato M’Boma, che fece un tris miracoloso, seguito da una doppietta di Roberto Muzzi. A nulla valse il gol di Arturo Di Napoli.

Dieci anni dopo, sempre tra le mura amiche, il Cagliari straripante di Allegri annienta il Bologna di Daniele Arrigoni. I sardi, trascinati da Acquafresca e Jeda, battono i felsinei con un sonoro 5-1 allontanandosi dalla zona rossa della classifica e arrivando a quota 10. Il Bologna parte in vantaggio con Di Vaio, ma i rossoblù recuperano in fretta con la doppietta di Acquafresca, il gol di Daniele Conti e la doppietta di Jeda.

Celebre la partita disputata al Sant’Elia la notte dell’11 2010 contro la Roma, ammutolita da un Cagliari aggressivo e affamato di vittoria. A sbloccare la partita fu Capitan Conti, pareggio della Roma con De Rossi e poi cavalcata dei rossoblù con la doppietta di Matri e i gol di Aquafresca e Lazzarri. Una bella batosta per i giallorossi, la cui ultima vittoria in terra sarda risale al 1995.

L’ultima cinquina è cronaca recente: i ragazzi terribili di mister Maran, assatanati, hanno umiliato la Fiorentina di Montella, impotente davanti alla furia rossoblù. Pioggia battente, tifo instancabile, sono 5 i gol subiti dagli ospiti, che sul finire del match hanno provato ad accorciare le distanze con 2 gol del giovane Vlahovic. Nell’anticipo domenicale 5 gol per 5 giocatori diversi. I primi 3 serviti come antipasto dai padroni di casa nel primo tempo sono stati il regalo alla Sardegna Arena di Marko Rog, Pisacane e El Cholito. Nella ripresa a far gustare un piacevolissimo dolce al popolo sardo ci hanno pensato Joao Pedro e Nainggolan. Boatto alla Sardegna Arena.

Dovunque è andato ha lasciato il sorriso e il ricordo del suo esempio di professionismo e impegno: Daniele Dessena lascia il calcio giocato a pochi giorni dal suo 37° compleanno (10 maggio).

Di strada ne ha fatto tanta quel ragazzo di origini sarde (il nonno paterno era di Benetutti), cresciuto nel Parma e in poco tempo impostosi al calcio italiano. Centrocampista duttile e dotato di grande corsa è sempre stato molto abile negli inserimenti. Dopo Parma e Sampdoria nel 2009 l’arrivo al Cagliari agli ordini di Massimiliano Allegri. Seguono due anni da protagonista alla Sampdoria e nel 2012 il ritorno al Cagliari.

Dei rossoblù diventa una bandiera, accumulando 206 presenze e mettendo a segno 12 reti, alcune delle quali bellissime. L’attaccamento alla maglia gli vale la fascia di capitano indossata sempre con orgoglio e rispetto. Dopo la retrocessione del 2016 decide di restare in maglia rossoblù e “sacrifica” di fatto una gamba infortunandosi gravemente tibia e perone in uno scontro di gioco contro il bresciano Coly. Resta fermo quasi un anno: torna in campo in Serie A e nel match del 31 ottobre 2016 segna una doppietta decisiva contro il Palermo.

Dopo due anni al Brescia e due al Virtus Entella, Dessena si trasferisce a Olbia: una scelta di vita che chiude la sua carriera nell’Isola di cui si è sempre sentito figlio, anche se con l’amarezza della retrocessione in Serie D.

“Oltre 200 presenze con la nostra maglia, quante battaglie insieme! Adesso nuove sfide fuori dal rettangolo verde ti attendono. In bocca al lupo per tutto, Desse”, si legge in un post del Cagliari Calcio.

“Smetto di giocare perché è arrivato il mio momento – ha detto il calciatore in conferenza stampa-. Sembra strano da sentire, ma sono orgoglioso di smettere anche con una retrocessione, perché mi sento di aver dato tutto. Ho raggiunto un obiettivo che forse per la gente non vuol dire niente, giustamente visto che siamo retrocessi, ma per me vuole dire tanto. L’obiettivo era di smettere in Sardegna, un obiettivo che mi son posto dopo 10 anni di Cagliari e quasi 2 qua a Olbia, dove mi sono sempre sentito a casa. Mi sento uno di voi. Son dispiaciuto molto, però è arrivato il mio momento. Ci tengo infine a ringraziare dal primo all’ultimo i miei compagni di squadra a cui penso di aver dato tanto e loro mi hanno dato tanto. Voglio ringraziare mia moglie, mio figlio Tommaso e l’altro mio figlio che deve nascere. Ringrazio tutta la mia famiglia. Penso sempre di essere stato uomo. Non ho mai avuto interessi personali, ho preso decisioni giuste e decisioni sbagliate, ma sempre per il bene della squadra, dell’Olbia e di tutte le squadre in cui ho giocato. E su questo penso che me ne vada dato atto”. Dessena ha chiuso la conferenza stampa commosso.