Ci troviamo a Santa Giusta dove, qualche giorno fa è stata svelata la scultura “Anguilla di Marte – La Testa”, firmata dal celebre artista Salvatore Garau. L’opera rappresenta il completamento dell’installazione artistica iniziata nel 2010 con la realizzazione de “La Coda”, già da anni visibile e apprezzata nel centro del paese.

“È con grande soddisfazione che dopo diversi anni e molte vicissitudini, siamo riusciti a presentare al pubblico un’opera di straordinario valore artistico e simbolico,” ha dichiarato il sindaco di Santa Giusta, Andrea Casu. “La comunità accoglie con orgoglio questo dono del nostro concittadino Salvatore Garau, un artista di fama mondiale che non ha mai smesso di dimostrare il suo legame profondo con questa terra.”

La scultura, posizionata nella centrale Piazza del Municipio, è stata realizzata dal fabbro Stefano Piga e si presenta come una potente rilettura in chiave contemporanea di uno dei simboli più riconoscibili del territorio: l’anguilla. Questo animale, che popola le acque dello stagno di Santa Giusta, rappresenta non solo un elemento fondamentale della fauna locale, ma anche una risorsa economica di primo piano per l’intera area.

“Non è un caso – ha sottolineato Casu – che L’Anguilla di Marte sia collocata nelle immediate vicinanze della casa comunale e dello stagno: è un’opera che nasce dalla nostra identità, dalla nostra storia, e che al tempo stesso guarda al futuro.”

L’opera di Garau si distingue per la sua carica evocativa e narrativa. L’artista ha immaginato una storia fantastica, dove anguille aliene, giganti e vagabonde, attraversano lo spazio e finiscono per incrociare la Terra. Una di queste, racconta la leggenda, precipita nella laguna di Santa Giusta, restando piantata per la coda. Dopo anni, la testa riemerge portando con sé i tesori perduti di Othoca, l’antica città punica su cui sorge oggi Santa Giusta.

“Il Satiro, elemento presente nella scultura, funge da porta temporale,” ha spiegato ancora il sindaco, “collegando idealmente il presente della nostra città con il passato di Othoca e con una proiezione verso il futuro. È un invito a riflettere su chi siamo e dove vogliamo andare.” Un’opera che fonde arte, mito e identità locale, celebrando la visione di un artista che, pur viaggiando per il mondo, continua a seminare bellezza nella sua terra d’origine.
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