Sabato sera si sarebbe registrato in piazza Matteotti a Cagliari un nuovo grave episodio di omofobia.

A raccontarlo con un lungo post su Facebook è la stessa vittima, G.B., uno studente cagliaritano. 

«Sabato 3 agosto, alle 20.20 circa, presso piazza Matteotti a Cagliari ho subito un’aggressione da parte di tre ragazzi mai visti prima – racconta il giovane -. È iniziata con i soliti insulti omofobi davanti all’uscita della stazione Arst, ed è purtroppo proseguita in qualcosa di più. I tre mi hanno seguito fino alla fermata capolinea dell’M, sul quale sono salito credendo di essere al sicuro. Dopo essersi avvicinati alla portina del mezzo i tre hanno cominciato a minacciarmi. A quel punto, capendo che la situazione avrebbe potuto prendere una brutta piega, ho chiamato la polizia con l’intenzione di spaventarli. Ho ottenuto esattamente l’opposto. Sono stato spinto più volte, mi sono state messe le mani nel collo e spinto all’indietro, ho ricevuto sputi sul viso e sulla maglietta e mi è stato rubato il tabacco che avevo in tasca, fin quando il pullman non è partito e i tre, per fortuna, sono rimasti fuori».

«Tutto è avvenuto davanti alle tante persone sopra e fuori dal mezzo. Nessuno è intervenuto, in nessun modo. In realtà nessuno ha neanche guardato – osserva G.B. -.  Io sto bene, non ho riportato alcun danno fisico, ma non si può dire lo stesso del dolore psicologico che questo mi ha causato. In vita mia non mi sono mai sentito tanto ferito e umiliato come in quel momento e senza che io avessi alcuna colpa. Non smetto di pensarci nemmeno un attimo da quando è successo. Fa veramente tanto male sapere di essere un continuo bersaglio dell’ignoranza e della cattiveria nel momento in cui trovi semplicemente il coraggio di essere esattamente te stesso, senza filtri».

Sono estremamente stanco di dover combattere costantemente per avere rispetto da chiunque indipendentemente dal mio modo di essere o vestirmi – prosegue il ragazzo -. Sono estremamente stanco dalla costante insicurezza nel camminare in strada con il mio ragazzo. Sono estremamente stanco di qualsiasi azione omofoba o discriminatoria, dalle semplici frasi fino alle vere e proprie aggressioni fisiche. In tutto questo sono stato sicuramente fortunato, in quanto a molt* altr* le cose vanno molto peggio e ho avuto un amorevole sostegno da tante belle persone alle quali sono immensamente grato».

«Vi prego non rinunciate a niente per la paura, piuttosto agite contro di essa – scrive il giovane rivolgendosi a coloro che come lui sono stati vittime di simili aggressioni -. Non abbiate paura di parlarne e non vergognatevi mai, nemmeno per un secondo, di essere quello che siete. Non perdete mai la possibilità di rivendicare ogni santissimo giorno in questo mondo il rispetto che meritate in quanto esseri umani, e nel momento in cui qualcuno osa farvi del male denunciatelo, senza pensarci due volte, perché nessuno ha il diritto di torcervi un capello, in nessuna circostanza. È frustrante dover combattere per ciò che dovrebbe essere sacrosanto, ma lo dobbiamo a noi stessi, a chi ha combattuto prima di noi e a chi verrà dopo.  Un grazie infinito a chiunque si sia interessato, sono tanto tanto fortunato».

Sinnai in lutto, è morto Matteo Lai: il giovane era rimasto ferito in un incidente in scooter il giorno di Ferragosto.

Sinnai piange Matteo Lai, il ragazzo di appena 18 anni che da una settimana lottava tra la vita e la morte nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Brotzu di Cagliari, dove era stato ricoverato in condizioni gravissime in seguito a un incidente stradale avvenuto il 15 agosto.

Le speranze di familiari, amici e medici si sono infrante questa mattina, quando la notizia del decesso ha cominciato a diffondersi rapidamente tra le vie del paese, lasciando un’intera comunità sconvolta. Matteo, descritto da chi lo conosceva come un ragazzo solare, educato e molto legato alla famiglia, stava rientrando a casa a bordo del suo scooter quando, all’altezza della borgata di Tasonis, ha perso improvvisamente il controllo del mezzo finendo nella cunetta ai margini della carreggiata. Nessun altro veicolo coinvolto, nessuna manovra pericolosa da parte di terzi: si è trattato di un incidente autonomo, secondo quanto accertato dai carabinieri della compagnia di Quartu intervenuti per i rilievi. A lanciare l’allarme era stato un coetaneo di passaggio che, notando una scarpa abbandonata sull’asfalto, si era insospettito e si era fermato per controllare. Pochi passi verso il ciglio della strada e poi la drammatica scoperta: il corpo di Matteo, privo di sensi e gravemente ferito, giaceva accanto al suo scooter. Immediata la chiamata ai soccorsi e il trasporto d’urgenza al Brotzu, dove i medici hanno tentato tutto il possibile, anche attraverso un intervento chirurgico, per salvargli la vita. La gravità delle lesioni alla testa, però, si è rivelata insormontabile. In paese, la notizia della morte del giovane ha gettato nel dolore una famiglia molto conosciuta. Il cordoglio è unanime, sincero, profondo. Le parole non bastano a colmare il vuoto lasciato da un ragazzo che aveva tutta la vita davanti e che oggi, tragicamente, è diventato il simbolo di un Ferragosto spezzato, di una giovinezza interrotta troppo presto.