Tutto nasce da un emendamento al  Decreto sicurezza bis in discussione alla camera: 9 deputati della Lega tra i quali Eugenio Zoffili, chiedono di: “ vietare o limitare “l’utilizzo di indumenti o accessori di qualsiasi tipo, compresi quelli di origine etnica o culturale, che comportino in tutto o in parte l’occultamento del volto”.

Romina Mura deputata del Pd, sul suo profilo Facebook pubblica l’emendamento e scrive: “Propone di vietare, per ragioni di sicurezza, l’utilizzo nei luoghi pubblici dei tradizionali scialli e altri indumenti che le donne sarde indossano, alcune quotidianamente, la maggior parte nel corso delle sfilate di Sant’Efisio, del Redentore, della Cavalcata Sarda, della Sartiglia, per citare le più conosciute e con cui spesso, secondo quelli che sono i canoni tradizionali, coprono parzialmente il volto.

Non solo secondo questa proposta di indirizzo le maschere tradizionali sarde non potrebbero più essere utilizzate per sfilate ( penso al Carnevale) e spettacoli etnici! Si sì è proprio così. Avete capito bene. Il capo lombardo dei leghisti sardi, che oramai detta Legge nella nostra Terra, chiede che cali il sipario sulla nostra cultura millenaria! Che faccia di bronzo. Colleghi sardi della Lega sveglia. Provate a spiegare l’ABC della nostra terra all’Onorevole”. Zoffili smentisce categoricamente che l’obiettivo dell’emendamento sia privare i sardi delle proprie tradizioni millenarie, e dichiara: «Si tratta dell’ennesima bugia, un’altra fake news del Pd, il riferimento è chiaramente al burqa e altri accessori simili».

Si tratta di una vasta famiglia di insettini che annoverano migliaia di specie, la cui principale è rappresentata dalle aphrophoridae, dette anche “sputacchine vere”. Alcune specie sono comunissime anche in Sardegna, ed è facile scorgere le schiumette “bavose” prodotte dalle neanidi e ninfe (stadi giovanili di sviluppo degli insetti) attaccate agli steli e sulle foglie di piante erbacee, fra cui il cisto, anche ai margini del bosco.

Foto Cristian Mascia (AFNI Sardegna)

Questa particolarissima schiuma biancastra serve a proteggere e nascondere l’insettino dai predatori e proteggerlo dall’evaporazione anche in condizioni di forte esposizione al sole. “Sputacchine” fa quindi riferimento alla schiumetta, fissata negli steli delle piante in cui vivono immerse queste minuscole creature, in una massa schiumosa simile alla saliva di uno sputo.

Foto Cristian Mascia (AFNI Sardegna)

Questa famiglia di insetti ha un’ampia distribuzione. In Europa alcune specie sono comunissime ed è facile individuare le masse schiumose, prodotte dalle neanidi, attaccate agli steli e sulle foglie di piante erbacee, fra cui molte di interesse agricolo.